Divorzio definitivo tra Deutsche Telekom e Meta Platforms. Il social media player ha posto fine al rapporto di peering diretto con l’operatore tedesco.
La rottura è avvenuta a seguito della causa legale vinta in Germania da Deutsche Telekom in merito alle tariffe per l’utilizzo delle connessioni dirette alla rete dell’operatore. In una sentenza dello scorso maggio il tribunale di Colonia aveva deliberato che il traffico dati generato sulla rete Tlc andasse adeguatamente pagato per consentire la sostenibilità del business.
Deutsche Telekom: “Meta non è al di sopra della legge”
In un documento intitolato “Meta is Not Above the Law”, l’operatore tedesco ha accusato la società statunitense di aver “distorto i fatti” della questione.
L’azienda ha fatto notare che è stata intentata una causa in tribunale dopo che Meta Platforms ha interrotto i pagamenti per le connessioni dirette durante la pandemia di Covid-19. Inoltre, secondo DT, la scelta di Meta di instradare il traffico attraverso una terza parte è stata fatta per “evitare i pagamenti legali”.
Da allora l’operatore ha esteso la sua capacità con il provider di transito utilizzato e sostiene di aver “fatto tutto il possibile per garantire un traffico dati regolare”.
L’appello alla Ue
DT chiede dunque un intervento urgente da parte delle autorità dell’Unione Europea per una regolamentazione che risolva controversie come queste. “Non si tratta solo di una divergenza di opinioni tra due aziende, ma della questione se su Internet prevalga il potere del più forte o se ci sia un giusto equilibrio tra tutti i partecipanti”, si legge nel documento.
Meta: “Richieste inaccettabili sulle tariffe”
Meta Platforms si è detta “sorpresa e delusa dall’interruzione delle trattative” sottolineando di avere “accordi di peering in Germania e in tutto il mondo con fornitori di telecomunicazioni che consentono ai loro utenti un accesso veloce e di alta qualità alle nostre applicazioni”.
Secondo Meta, DT “sta usando il suo potere di mercato per mettere i suoi abbonati in Germania dietro un paywall de facto, limitando potenzialmente il loro accesso ai servizi Internet che non remunerano Deutsche Telekom”.
“Non dobbiamo sottovalutare la posta in gioco. Le pratiche di Deutsche Telekom costituiscono un pericoloso precedente globale e mettono a rischio la neutralità della rete e un Internet aperto per i consumatori, le comunità e le imprese di tutto il mondo”, conclude la nota.
Privacy, la multa a Meta
E Meta finisce anche nel mirino della pricavy Ue. La società ha ricevuto una sanzione di 91 milioni di euro dall’autorità irlandese per la protezione dei dati (Dpc) per aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). La multa è legata a una mancanza di trasparenza e di adeguate misure di sicurezza, dopo una falla nel sistema di Meta che ha esposto le password di 36 milioni di utenti in Europa. La Commissione irlandese per la protezione dei dati, che agisce per conto dell’Unione Europea, ha accusato Meta di non aver implementato sufficienti misure preventive e di aver impiegato troppo tempo a segnalare l’incidente.
La falla nella sicurezza risale a gennaio 2019, ma Meta avrebbe informato la Dpc solo a marzo. Il colosso americano dei social ha ammesso che alcuni dati sensibili erano stati “temporaneamente archiviati in un formato leggibile” nei loro sistemi, ma ha assicurato che sono state prese “misure immediate” per risolvere il problema. L’azienda ha inoltre dichiarato che non ci sono prove che queste password siano state usate o consultate in modo improprio.
Negli ultimi anni, Meta ha affrontato numerosi procedimenti da parte dell’Ue per il trattamento scorretto dei dati personali. Sanzioni che sembrano avere uno scarso effetto dissuasivo, se correlate al giro d’affari dell’azienda. Meta ha registrato un utile netto di 13,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2024, con un fatturato di 39 miliardi di dollari, in crescita del 22%.