“Stiamo monitorando da vicino il mercato delle tv via cavo e manteniamo aperte le possibilità di acquisto”. Parole espresse da Niek Jan van Damme, il responsabile delle operazioni di Deutsche Telekom (riprese da Focus) secondo il quale – proprio alla luce di queste dichiarazioni – il colosso della telefonia tedesco sarebbe intenzionato a rilevare, a breve, i piccoli operatori delle televisioni via cavo.
In particolare Deutsche Telekom, gruppo nato nel 1996, avrebbe puntato la sua attenzione sui gruppi via cavo nazionali Primacom e Tele Columbus, nell’ambito di un’operazione il cui costo si aggira intorno ai 10 miliardi di euro, “oltre ai quali avremmo bisogno di altri 15 miliardi”, puntualizza van Damme. Si tratta di una somma che fa parte dei finanziamenti pubblici garantiti dal governo per lo sviluppo nelle campagne delle reti DSL ad alta velocità.
L’intento è quello di servire il 90% della popolazione. Il gruppo Deutsche Telekom – che ha chiuso il secondo trimestre in crescita grazie soprattutto alla performance della propria controllata statunitense T-Mobile, e in parte anche al miglioramento della redditività delle sue attività europee – ha confermato l’obiettivo di chiudere il 2014 con un flusso di cassa di circa 4,2 miliardi di euro e un margine operativo lordo adjusted nell’ordine dei 17,6 miliardi. Nel frattempo, anche a livello internazionale, rimane vivo il fermento nel settore delle telecomunicazioni, grazie nuove, possibili operazioni di consolidamento. Come quella annunciata dal gruppo francese Iliad, interessato all’acquisizione di T-Mobile Us, la controllata statunitense di Deutsche Telekom.
Fondata dal 46enne Xavier Niel – che in pochi anni si è trasformato da neoimprenditore della rete a magnate di successo – Iliad ha messo sul piatto 15 miliardi di dollari per acquistare il 56,6% di T-Mobile Us, per un valore di 36,2 dollari per azione. Un’offerta che si è scontrata con quella di Sprint, che avrebbe proposto 40 dollari per azione alla controllata di Deutsche Telekom – metà in contanti, metà in titoli – per una valutazione complessiva di 32 miliardi di dollari.