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Di Feliciantonio, Fastweb: “Incentivi fiscali per promuovere la neutralità tecnologica”

L’External Relations & Sustainability Officer: “Per sostenere le sinergie tra le telco coinvolte nel piano Bul bisogna affiancare alla logica dei bandi nuovi meccanismi, in grado di valorizzare gli investimenti”

Pubblicato il 07 Mag 2021

Lisa di feliciantonio

“Il piano strategico Nexxt generation 2025 procede nei tempi previsti, e i nostri clienti hanno visto più che raddoppiare la velocità di connessione, da 1 gbps a 2,5 gbps. Il controllo diretto delle infrastrutture, da questo punto di vista, ci dà la chiave giusta per continuare a innovare il servizio”. L’ha detto ieri Lisa Di Feliciantonio, External Relations & Sustainability Officer di Fastweb, che durante l’evento online “Telco first: la ricetta per la banda ultralarga”, il primo dei quattro appuntamenti dell’edizione 2021 di Telco per l’Italia, ha contestualizzato i progressi dell’operatore nell’ambito del piano nazionale per la banda ultralarga.

“Il piano di infrastrutturazione avanza anche attraverso l’ultra Fwa, tecnologia con cui puntiamo a raggiungere 500 città entro la fine dell’anno. L’investimento si inserisce coerentemente nella strategia che il governo ha elaborato per accelerare la posa delle strutture di rete. Finalmente è stata sposata l’idea che non si deve indicare una tecnologia, ma indicare una performance di rete, lasciando quindi al mercato il compito di valutare le scelte tecnologiche idonee ed efficienti per raggiungere l’obiettivo”.

Questo approccio è per Di Feliciantonio il migliore, se si punta a valorizzare gli interventi degli operatori mercato senza farli sovrapporre, e anzi facendoli lavorare in sinergia. “Naturalmente sarà importante anche vedere i tipi di interventi che il governo intende mettere in campo. L’ipotesi più accreditata è quella dei bandi, che certamente evidenzia la volontà di non mettere mercato e stato in parallelo, ma di creare una forma di collaborazione tra le due sponde. Il mio auspicio è che si faciliti il coinvolgimento del maggior numero possibile di operatori, anche a livello locale, per fare sistema. Ma spero anche che si valutino meccanismi più innovativi per coinvolgere il privato: i bandi non sono l’unico modo, e penso che una serie di incentivi fiscali, per esempio, potrebbe accelerare ulteriormente le iniziative e gli investimenti delle telco. Si tratta del resto di aziende che non hanno solo il compito di creare l’infrastruttura e offrire servizi di connettività, ma che ricoprono un ruolo fondamentale anche rispetto al tema della formazione delle competenze necessarie ad affrontare la trasformazione digitale”.

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