“Il governo sta facendo molto, ma bisogna creare una cloud pubblica”. Lo ha affermato il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, parlando del progetto Agenda digitale e del decreto Digitalia al vaglio del governo, in occasione del convegno alla Bocconi di Milano dedicato alle politiche indistriali del made in Italy.
“Il progetto Digitalia contiene le cose giuste e inoltre il governo si occupa di execution, mentre molte volte in precedenza alle enunciazioni non veniva dato seguito – ha puntualizzato Bernabé – Si parla di liberare risorse da mettere a disposizione dell’economia: sarebbe necessario creare una cloud pubblica”.
“Ci sono – ha sottolineato il presidente di Telecom Italia – migliaia di archivi, sistemi informatici e applicativi diversi che invece possono essere omogeneizzati: non si comprerà informatica ma si potrà gestire tutto attraverso la nuvola con costi molto ridotti per le finanze pubbliche”.
Analizzando la realtà italiana, Bernabè ha definito “preoccupante la situazione dell’informatizzazione”. “In Italia – ha ricordato – il livello di informatizzazione è molto più basso con investimenti pari all’1,6% del Pil contro il 3,6% di altri paesi e oltre il 4% negli Usa”. Di fronte ad un “sistema estremamente disaggregato e disperso” Bernabè ha sottolineato che Telecom Italia si è preoccupata “di trovare una soluzione adatta all’Italia”. Rispetto alla situazione Fiat, il manager – facendo riferimento a una dichiarazione dell’ad del Lingotto Sergio Marchionne – ha voluto sottolineare: “Noi non ci siamo lamentati dicendo che in Brasile le cose per noi vanno meglio che in Italia”.
Bernabè ha inoltre ricordato che Telecom Italia si è trovata in una situazione debitoria difficile, paragonabile a “un problema simile a quello dello Stato”.
“Quando sono arrivato in Telecom Italia la società aveva 37 miliardi di debito – ha ricordato – Da quando ci sono io grazie al management e al supporto degli azionisti, abbiamo ridotto il debito di 10 miliardi che è una cifra enorme”. La sfida è stata raccolta: “Prima di tutto dovevamo salvare Telecom e l’abbiamo salvata. Oggi siamo impegnati in un grande programma di rilancio dell’infrastruttura per arrivare nel 2014 al 25% della popolazione connessa o potenzialmente connessa alla rete ad alta velocità”.