L’associazione Tv Locali di Confindustria Radio Televisioni (Crtv) e Aeranti-Corallo (Confcommercio) plaudono alle modifiche presentate alla Camera alla legge Europea 2014 in tema di diritti amministrativi e contributi annui per i collegamenti in ponte radio a carico delle emittenti locali.
Il riferimento è all’emendamento presentato il 6 maggio scorso durante l’esame in Commissione Trasporti di Montecitorio a firma del relatore Paolo Coppola (Pd) e posto in votazione la prossima settimana. Altri emendamenti sempre finalizzati alla soluzione della problematica erano stati presentati nei giorni scorsi dagli onorevoli Caparini, Gianluca Pini e Bossi (Lega Nord); Galgano di Scelta Civica; Moscatt, Peluffo, Ventricelli, Schirò del Partito Democratico. La richiesta di modifica prevede per i diritti amministrativi, i seguenti importi, da applicarsi sulla base della popolazione potenzialmente destinataria dell’offerta (e, quindi, sulla sola popolazione che viene raggiunta radioelettricamente dal segnale dell’operatore di rete): sull’intero territorio nazionale, 111.000 euro; su un territorio avente fino a 50 milioni di abitanti, 25.000 euro; su un territorio avente fino a 30 milioni di abitanti, 18.000 euro; su un territorio avente fino a 15 milioni di abitanti, 9.000 euro; su un territorio avente fino a 5 milioni di abitanti, 3.000 euro; su un territorio avente fino a 1 milione di abitanti, 600 euro; su un territorio avente fino a 500.000 mila abitanti 300 euro. Sarebbe, peraltro, auspicabile – si legge nella nota di Aeranti-Corallo – un’integrazione dell’emendamento con la previsione di un ulteriore scaglione per gli operatori di rete con popolazione potenzialmente destinataria dell’offerta fino a 10 milioni di abitanti.
Le stesso emendamento, ridefinisce, inoltre, in caso di approvazione, gli importi dovuti annualmente dagli operatori di rete per la tv digitale terrestre per l’utilizzo delle frequenze dei ponti di collegamento (contributo che, in base alla delibera Agcom n. 494/14/Cons, è dovuto in aggiunta a quello per l’uso delle frequenze di diffusione). Secondo l’emendamento, gli importi dovuti per ogni ponte di collegamento monodirezionale dovrebbero essere i seguenti (occorre tener conto che, di norma, le imprese televisive utilizzano ponti di collegamento con larghezza di banda pari a 28 Mhz): 2 euro per ogni Mhz nella gamma di frequenza maggiore dei 14 Ghz; 4 euro per ogni Mhz nella gamma di frequenza tra i 10 ed inferiore e pari ai 14 Ghz; 8 euro per ogni Mhz nella gamma di frequenza tra i 6 e inferiore ai 10 Ghz; 16 euro per ogni Mhz nella gamma di frequenza inferiore ai 6 Ghz
“Si tratta di una proposta emendativa molto importante – ha detto Maurizio Giunco, presidente dell’associazione Tv Locali – che, se definitivamente approvata, scongiurerebbe il definitivo tracollo dell’emittenza televisiva locale”.
Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha evidenziato che tali tariffe, “pur non accogliendo integralmente quanto chiesto da Aeranti-Corallo, cioè che l’uso dei collegamenti di telecomunicazione debba essere compreso nella contribuzione per la concessione dell’uso delle frequenze di trasmissione, senza alcun onere aggiuntivo, come avveniva nel contesto analogico, sono sicuramente enormemente migliorative rispetto a quelle attualmente previste dall’allegato 10 al Codice delle Comunicazioni elettroniche. Resta, peraltro, ancora da definire la questione relativa ai contributi per la concessione dei diritti di uso delle frequenze degli impianti di diffusione previsti dall’art. 35 dello stesso Codice. L’Agcom, con la propria delibera n. 494/14/Cons, ha stabilito i criteri per la determinazione di tali contributi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Quest’ultimo, con decreto del 29 dicembre u.s., ha previsto, in via transitoria, il pagamento di un acconto pari al 40 percento di quanto versato nel 2013, quando era vigente il vecchio regime di contribuzione. Vi è da considerare, inoltre, che la citata delibera Agcom attribuisce ampio margine di intervento al Ministero dello Sviluppo economico per quanto riguarda i contributi dovuti dagli operatori di rete locali nonché una gradualità di otto anni per l’applicazione delle tariffe a regime”.