Decolla oggi, dopo mesi di attesa e contrapposizioni, la delibera Agcom sulla tutela del diritto d’autore online. Un decollo controverso, però, segnato da battaglie tra diversi schieramenti. “Un modello per la PA”, rilancia il Commissario dell’authority Francesco Posteraro. Ma proprio nel giorno del “debutto” arrivano i primi annunci di tempesta: da un lato il ricorso al Tar del Lazio presentato da Altroconsumo, Assoprovider e Assintel: “Chiediamo l’annullamento del nuovo regolamento: la procedura è ingiusta: un esercizio di repressione sul web che non prevede alcun ricorso alla Magistratura come prescrive la Costituzione”. Dall’altro lato il ricorso di Guido Scorza ed Ernesto Belisario a sostegno di Associazione nazionale stampa online (Anso) e Federazione dei media digitali indipendenti (Femi): solo un’autorità giudiziaria, dicono, può limitare il diritto degli utenti di pubblicare contenuti su web o di accedere agli stessi. Tornano a mettere in discussione la legittimità dell’iniziativa Agcom anche alcune voci riunite oggi alla Camera al convegno ”Internet e liberta’ d’espressione, c’e’ bisogno di nuove leggi?. Tra gli altri, Dino Bortolotto presidente Assoprovider, ha sottolineato che “nessuno ha previsto gli impatti economici sui provider che rischiano sanzioni da 250mila euro”. Nicola D’Angelo, magistrato, ex consigliere Agcom, ricorda che ”le regole che possiamo adottare possono condizionare lo sviluppo”. Mentre per Vincenzo Vita, Pd, ex sottosegretario alle Comunicazioni, “la cultura giuridica si deve aggiornare. No alla logica del vecchio diritto”. Mette in dubbio la legittimità dell’intervento di Agcom Giovanna De Minico, docente alla Federico II di Napoli.
Paolo Gentiloni (Pd), ex ministro comunicazioni, ”non serve trasferire logiche vecchie, come la par condicio, in nuovi mondi come la rete. Vediamo come funziona il regolamento, ma che il Parlamento non dica la sua o non investa fondi, ad esempio contro il download illegale, e’impensabile”.
Secondo Posteraro (Agcom) però “una procedura interamente telematica che non rappresenta nessuna minaccia per la libertà in rete”. Il commissario sottolinea che “un web form da compilare per una procedura che si svolge tutta online e che per questo può rappresentare un modello al quale ispirare altre iniziative della Pubblica Amministrazione”, ha spiegato intervenendo alla trasmissione “Presi per il Web” su Radio Radicale.
“Agcom – ha spiegato il Commissario – aveva già, leggi alla mano, il potere di emanare ordini nei confronti dei provider; il regolamento serve a regolare un’attività comunque legittima e a dare agli attori in gioco le dovute garanzie. Abbiamo messo in campo una procedura il cui l’interlocutore è il provider, ma nella quale diamo spazio a tutte le parti, inviando una segnalazione dell’avvio del procedimento anche all’uploader, al titolare delle pagine e al gestore del sito, raro caso di procedimento amministrativo in cui si dà spazio anche a parti che non sono oggetto del procedimento stesso. E comunque gli utenti finali non sono interessati da queste misure. C’è chi parla di minacce alla libertà del Web, ma è come affermare che il reato di calunnia possa rappresentare una minaccia alla libertà di informazione”.
“È chiaro – ha concluso Posteraro – che l’Agcom farà giurisprudenza. Il mio auspicio è quello di ritrovarci tra un anno qui a ringraziare chi, anche con le sue critiche, ci avrà dato modo di approfondire l’interpretazione dei provvedimenti. Ed è chiaro anche che noi agiamo diversi livelli sotto il Parlamento: qualora si decidesse di modificare le leggi sulle quali si basa la nostra azione le nostre iniziative regolamentari decadrebbero”.