Il 16% dei principali 90 distretti (cluster) industriali italiani non riesce a raggiungere i 20 Megabit, mentro solo il 19% delle aziende è coperto da banda ultra larga (da 30 Megabit in su). Sono queste le nuove cifre del digital divide aziendale, secondo Between, che ha aggiornato così le proprie stime sulla copertura banda larga in Italia. “Rispetto all’anno scorso, si segnala che non ci sono stati progressi significativi. I distretti industriali restano problematici da coprire”, spiega Cristoforo Morandini, di Between. Indicativo anche il dato della velocità media rilevata: nei distretti si naviga in media a 4,7 Mbps (per connessione), contro i 5,6 Mbps della media nazionale.
Between traccia anche la mappa dei distretti più critici, per copertura banda larga: cappello di Montappone e Massa Fermama, marmo e pietre del Veneto, casalinghi di Omegna-Stresa-Varallo Sesia, sedia di Manzano, metalmeccanica ed elettronica del Cavanese, energie rinnovabili di Belluno, calzaturiero di Casarano, tessile e abbigliamento della Maiella, rubinetteria del Piemonte nord orientale, frigoriferi industriali di Casale Monferrato-Ticineto-Quattordio.
Fuori dai distretti, la situazione della copertura business non è migliore, anzi: è il 17% delle aziende italiane a non essere coperto dai 20 Megabit.
Sono 20 su 90 i distretti raggiunti da fibra ottica e sono quelli più vicini a grandi città. Il principale motivo delle lacune banda larga è infatti che i distretti sono spesso lontani da centri abitati, quindi la copertura è meno conveniente per gli operatori.
“Il solo aspetto positivo degli ultimi tempi, in questo scenario, è che Infratel intende dare priorità ai distretti, nella copertura banda ultra larga programmata con i fondi 2014-2020”, dice Morandini. Secondo Infratel servono 2,5 miliardi per coprire tutta l’Italia a 30 Megabit e altri 7,5 dare al 50% della popolazione i 100 Megabit. I fondi strutturali si fermano a 1,2 miliardi, ma per la banda larga sono attesi altri fondi, Sviluppo e Coesione.