IL PROCESSO

Dossier illegali, Telecom contro Tronchetti

L’azienda di Tlc ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo milanese a carico dell’ex presidente. Causati danni all’immagine e alla reputazione commerciale

Pubblicato il 18 Feb 2013

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Telecom Italia ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo milanese a carico di Marco Tronchetti Provera, ex presidente del gruppo di tlc e ora presidente di Pirelli, imputato per ricettazione in relazione alla vicenda di un cd contenente una serie di dati captati illegalmente dall’agenzia di investigazione Kroll nel 2004, “tranche” del più ampio caso dei dossier illegali. Nella richiesta di costituzione si parla di “danni di immagine e alla reputazione commerciale di Telecom Italia“.

“I fatti descritti nel capo di imputazione – si legge nella richiesta di costituzione di parte civile, firmata, tra gli altri, dall’avvocato Luca Santa Maria – hanno innanzitutto cagionato oltre ad un danno morale, evidenti e significativi danni di immagine e alla reputazione commerciale di Telecom Italia, tenuto conto dell’eco mediatica che questa vicenda – e gli stessi reati presupposto della ricettazione qui contestata – hanno determinato in Italia e all’estero almeno dal 2005 ad oggi”. Nell’atto il gruppo di tlc rileva che in relazione alla vicenda Kroll-dossier illegali “è proprio Telecom Italia – e non il suo ex presidente – ad essere il bersaglio” di alcune ”iniziative giudiziarie” e “dunque è proprio la Società a doverne sopportare già da tempo gli ingenti costi, per il momento anche solo in termini di spese legali e di impiego di risorse interne’. I fatti imputati all’ ex presidente di Telecom, si legge ancora, “hanno dunque già cagionato danni patrimoniali alla Società, e sono suscettibili di cagionarne altri nel prossimo futuro”.

Il processo a carico di Tronchetti Provera, davanti al giudice della settima sezione penale di Milano Anna Calabi, vede al centro un cd con una serie di dati raccolti dall’agenzia di investigazione Krol’ e poi intercettati illegalmente dal Tiger Team nel 2004, ai tempi della guerra, finita anche nelle aule di giustizia, tra la società di telecomunicazione italiana e alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom. A rinviare a giudizio, con citazione diretta, Tronchetti Provera è stato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, che ha invece stralciato altri due ‘capitoli’ dell’inchiesta (per i reati di concorso in intrusione informatica e corruzione internazionale) sui dossier illegali nei quali era coinvolto Tronchetti, in vista dell’archiviazione.

Il presidente di Pirelli – difeso dall’avvocato Roberto Rampioni – è però finito sul banco degli imputati per l’affaire Kroll perché avrebbe ricevuto, al fine di “trarne profitto”, alcuni dati trafugati dal computer del colosso di investigazione con un’operazione di hackeraggio messa a punto da alcuni uomini della squadra informatica di Telecom, mentre si trovavano a Rio de Janeiro. L’allora presidente di Telecom, secondo l’accusa, sarebbe stato messo a conoscenza del contenuto dei file ‘illegalmente intercettati e poi sottratti alla Kroll da Giuliano Tavaroli, all’epoca capo della security di Telecom e Pirelli. Tavaroli, in base alla ricostruzione degli inquirenti, previo accordo ‘specifico’ con Tronchetti, avrebbe fatto pervenire in forma anonima i file alla segreteria dello stesso Tronchetti per poi essere “girati” alla sicurezza per legittimarne l’utilizzo. Il reato ipotizzato si prescrive tra il 2014 e il 2015. Oggi, oltre a Telecom, hanno chiesto di costituirsi parti civili anche la Asati (associazione azionisti Telecom Italia), Carla Cico, ex ad di Brasil Telecom, il finanziere Daniel Dantas e un piccolo azionista. La discussione e la decisione sulle parti civili si terranno nella prossima udienza fissata per il 18 marzo.

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