Dossier NetCo, doccia fredda per Vivendi. Il giudice della sezione specializzata in materia di impresa, Daniela Marconi, nella causa intentata dalla società contro Tim contro l’operazione di vendita della rete a Kkr, ha rigettato tutte le istanze istruttorie avanzate dalle parti.
Tra queste anche quella di emettere un ordine di esibizione in base all’articolo 210 del codice di procedura civile con cui il gruppo francese chiedeva di acquisire, in vista della decisione, alcuni documenti relativi alla transazione. Tali documenti il giudice li ha ritenuti superflui, ossia “non necessari ai fini del giudizio”, in quanto agli atti del procedimento c’è tutto il materiale utile per la sentenza. Il giudice, in base alla riforma Cartabia, ha quindi fissato l’udienza di rimessione della causa in decisione per il prossimo 5 novembre. Decisione che verrebbe presa senza udienza a meno che una delle parti chieda la discussione orale e quindi verrebbe fissata una ulteriore udienza.
Vivendi ha avviato una causa contro Tim per annullare la delibera del cda che ha deciso la vendita di Netco a Kkr senza sottoporla al voto dell’assemblea, a un valore che secondo i francesi, non è corretto.
Nessun impatto sull’operazione NetCo
L’esito del procedimento non ha – ora a maggiore ragione con l’udienza fissata a novembre – il potere di invalidare la vendita della rete il cui closing è previsto per la fine di questo mese.
La prima udienza
I legali di Tim e Vivendi si erano ritrovati in Tribunale a Milano, davanti alla giudice, il 21 maggio: Tim aveva chiesto di andare subito a decisione mentre i francesi avevano chiesto un supplemento di informativa ossia i documenti dell’operazione da portare a una assemblea.
Vivendi, nel 2025 nuovo capitolo senza Tim
A fine aprile, in occasione della presentazione dei risultati della trimestrale di Vivendi, il ceo De Puyfontaine ha annunciato che nel 2025 si scriverà un nuovo capitolo “ma senza Tim”. Il manager ha ribadito il disaccordo sulle condizioni economiche della vendita della rete: “Sono inaccettabili per quanto riguarda il processo”, riferendosi alla mancata convocazione di un’assemblea ad hoc. “La nostra priorità è quella di garantire la difesa dei nostri diritti di azionista di riferimento della società”.