Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato Ajit Pai presidente della Federal Communications Commission (Fcc), l’agenzia del governo Usa che sovrintende alle comunicazioni. Lo comunica lo stesso Pai sul suo profilo Twitter, dicendosi “profondamente onorato”. “C’è così tanto che possiamo fare per portare i benefici dell’era digitale a tutti gli americani e promuovere l’innovazione e gli investimenti”, ha aggiunto il nuovo numero uno della Fcc. Pai succede a Tom Wheeler.
E’ il primo presidente nominato dai repubblicani dopo Kevin Martin, che guidà l’agenzia 12 anni fa. Descritto come “fautore delle deregulation” e critico nei confronti della legge sulla net neutrality, Pai è un “indian american” cresciuto in Texas. Dal 2012 è commissario Fcc in quota repubblicana: fu nominato dall’ex presidente Barack Obama che, come da tradizione, scelse 3 membri di fede democratica e 2 in rappresentanza dell’opposizione, tra i quali Pai. Pai non ha bisogno di voto di conferma del Senato per accedere alla poltrona di 34esimo chairman.
Alcuni media specializzati di area ‘liberal’, come ‘The Verge’, hanno subito lanciato l’allarme, affermando che Pai e’ avverso alla net neutrality e farà di tutto per smantellare le riforme di Obama in materia. Altre testate, come ‘Fortune’, si aspettano invece una gestione pragmatica e poco interventista. Ma secondo gli osservatori è improbabile una deregulation di quelle regole che, Barack Obama presidente, avevano trovato l’accordo sia degli Ott sia delle grandi telco Usa.
E’, ad ogni modo, possibile supporre che la legge sulla net neutrality verrà modificata con una logica simile a quella annunciata da Trump a proposito del suo progetto di revisione della riforma bancaria Dodd-Frank, ovvero una salvaguardia di parte dell’impianto generale del provvedimento corretta con una drastica deregulation a favore delle piccole imprese. In una lettera dello scorso 19 dicembre firmata insieme all’altro commissario di minoranza, Michael O’ Rielly, Pai aveva ad esempio promesso di battersi per il mantenimento della provvisoria esenzione dalla legge sulla Net Neutrality a favore dei provider con meno di 250 mila clienti.