LE NUOVE REGOLE

E-fattura, ecco la lista di tutte le PA in campo

Da Mef e Funzione Pubblica una circolare che taglia la testa al toro sgombrando gli ultimi dubbi su quali soggetti siano da considerarsi “amministrazioni pubbliche” in vista della scadenza del 31 marzo

Pubblicato il 11 Mar 2015

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Arriva l’elenco ufficiale dei soggetti che in quanto amministrazioni pubbliche devono essere soggetti alla scadenza del 31 marzo per la fatturazione elettronica obbligatoria.

A togliere gli ultimi dubbi è una circolare Mef-Funzione Pubblica: risponde ai tanti che nei mesi scorsi hanno mandato richieste di chiarimento. A quanto risulta al nostro sito, è una risposta anche ai tanti piccoli enti che nelle scorse settimane hanno tentato di esonerarsi dall’obbligo mettendo in dubbio di essere a tutti gli effetti “amministrazioni pubbliche”:

Nella circolare si legge quindi che si intendono tali “tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e, fino alla revisione organica della disciplina di settore, il CONI”.

“I soggetti indicati a fini statistici dall’Istituto nazionale di statistica nell’elenco oggetto del comunicato del medesimo Istituto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana entro il 30 settembre di ogni anno, e le Autorità indipendenti”. “Le amministrazioni autonome”.

L’elenco è esaustivo ma una cosa è chiarire una norma, un’altra è farla rispettare appieno. L’Agenzia per l’Italia Digitale fa sapere che sono meno di un terzo del totale i Comuni che le hanno già comunicato i loro piani per adeguarsi alla rivoluzione del 31 marzo; ancora meno pronti bisogna supporre quei piccoli enti che fino all’arrivo della circolare hanno cercato una scappatoia fingendo di non essere “amministrazioni pubbliche”. Nei piani dell’Agenzia, le Regioni potranno avere un ruolo importante per guidare gli enti del territorio all’adeguamento tecnologico e di processo e ad oggi sono 14 quelle che hanno dato disponibilità in tal senso.

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