L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato di avviare un’istruttoria, ai sensi dell’art. 16, comma 4, della legge n.287/90, in relazione all’operazione di concentrazione consistente nell’offerta pubblica di acquisto e scambio (Ops), lanciata lo scorso 24 febbraio dalla società EI Towers S.p.A sul totale delle azioni della società Rai Way S.p.A.
L’istruttoria dell’Antitrust è volta ad accertare l’eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sonora. In considerazione della natura “verticalmente integrata” del Gruppo Mediaset, di cui EI Towers fa parte, l’istruttoria è altresì volta a verificare i possibili effetti sulla concorrenza nei diversi mercati a valle in cui il Gruppo è presente, tra cui in particolare quelli della diffusione televisiva terrestre in tecnica digitale (broadcasting digitale) e della raccolta pubblicitaria sul mezzo televisivo.
L’istruttoria dovrà concludersi entro 45 giorni, fatto salvo il termine previsto per il rilascio del parere da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
L’annuncio di valutazioni era stato fatto ieri dal presidente Agcm Giovanni Pitruzzella: “A brevefaremo le valutazioni sui chiarimenti richiesti a Ei Towers in merito all’ offerta su Rai Way” aveva detto.
Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha preferito non entrare nel merito della vicenda, aspettando per eventuali prese di posizione che le bocce dell’operazione siano ferme: “Finché non è compiuta secondo tutte le procedure l’iniziativa in corso diventa difficile e sarebbe scorretto affrontare discussioni che possono turbarne l’iter – ha affermato durante l’audizione in commissione Lavoro e Industria del Senato – Non ritengo di andare oltre e di poter aggiungere altro. Si può aggiungere un cenno alle caratteristiche che si presentano negli altri Paesi europei: nel mondo prevalgono due modelli: uno in cui c’è l’esistenza di un operatore puro e un altro in cui abbiamo la presenza del pubblico, che garantisce lo stesso tipo di servizio al mercato”.
Giacomelli, insistendo sul fatto che finché il dossier è aperto il Governo non vuole intervenire sull’operazione, ha ricordato inoltre il vincolo imposto dall’esecutivo con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 2 settembre, quando è stata autorizzata la quotazione in borsa della controllata Rai, che prevede che il 51% della società debba rimanere in mano pubblica.