Gli investimenti sul 5G in Europa sono in ritardo e questo vuol dire che l’Europa rischia di restare indietro a Cina e Usa su un’infrastruttura digitale che è cruciale ora e lo sarà ancor più per il futuro, come ha dimostrato la crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. Lo dichiara il ceo di Ericsson, Borje Ekholm commentando i risultati della trimestrale dell’azienda svedese degli apparati Tlc. “Noi pensiamo che i governi dovrebbero incoraggiare gli investimenti nel 5G come strumento per far ripartire le economie”, afferma Ekholm.
Nel primo trimestre 2020 Ericsson ha riportato vendite nette per 49,8 miliardi di corone, in crescita del 2% rispetto al primo trimestre 2019 (48,9 miliardi), ma con una flessione del 2% dopo gli aggiustamenti valutari. Il margine lordo escluse le spese di ristrutturazione è migliorato a 40,4% anno su anno (nel primo trimestre 2019 era del 38,5%); il miglioramento è su tutti i segmenti di business. Anche includendo le spese di ristrutturazione si registra un miglioramento al 39,8% contro il 38,4% di un anno prima.
L’utile operativo a 4,3 miliardi di corone rappresenta una flessione del 12% rispetto al primo trimestre 2019 (4,9 miliardi) e il margine operativo scende all’8,7% dal 10%. Ma escluse le spese di ristrutturazione l’utile operativo sale a 4,6 miliardi di corone (+30% rispetto ai 3,5 miliardi di un anno prima) con margine operativo a 9,3% (contro il 7,2% dello stesso trimestre dell’anno prima).
L’utile netto è di 2,3 miliardi di corone, -5% anno su anno (2,4 miliardi nel primo trimestre 2019).
Il flusso di cassa libero è di 2,3 miliardi di corone escluso l’M&A e la posizione cash netta è di 38,4 miliardi (+6%).
Ericsson sottolinea che l’impatto del coronavirus nel primo trimestre è limitato, sia per quanto riguarda l’utile operativo che per il flusso di cassa.
Trimestrale solida, target immutati
Il coronavirus ha colpito direttamente o indirettamente ogni economia, azienda o persona nel mondo, commenta il ceo Borje Ekholm, ma “Ericsson ha registrato risultati solidi nel primo trimestre, con impatti limitati dalla pandemia di Covid-19”. Ekholm prosegue: “Un indicatore importante della nostra capacità di esecuzione della strategia è il miglioramento del margine lordo. Il margine lordo del primo trimestre è salito anno su anno al 40,4% escluse le spese di ristrutturazione (contro il precedente 38,5%), grazie ai miglioramenti su tutti i segmenti”.
Ekholm dice di aspettarsi che l’industria delle Tlc resista agli impatti della pandemia e afferma che Ericsson è “ben posizionata grazie all’offerta competitiva di prodotti per il 5G e alla struttura di costo. Esiste un’incertezza di breve termine riguardo ai volume di vendita dovuta al Covid-19 e alla situazione macroeconomica, ma al momento non abbiamo motivo di modificare i nostri target finanziari per il 2020 e il 2022”.
L’Europa rischia un grave ritardo sul 5G
Tuttavia, a proposito del 5G, il ceo di Ericsson ha alcuni elementi da chiarire e un monito da consegnare all’Europa.
“I nostri apparati 5G sono usati già in 29 reti attive in quattro continenti. Come prova ulteriore della nostra leadership tecnologica abbiamo ottenuto un accresciuto market share da uno degli operatori in Cina”. Ma in Europa, prosegue Ekholm, “anche se siamo riusciti a migliorare il nostro posizionamento, ci preoccupa il fatto che gli investimenti sul 5G siano in ritardo. Questo vuol dire che l’Europa rischia di restare indietro su un’infrastruttura digitale cruciale per il futuro. La crucialità dell’infrastruttura digitale è stata ulteriormente evidenziata dalla pandemia. Noi pensiamo che i governi dovrebbero incoraggiare gli investimenti nel 5G come strumento per far ripartire le economie”.
I risultati delle divisioni Ericsson
Nella divisione Networks sono piatte anno su anno, ma il margine lordo è migliorato al 44,6% contro il 43,2% di un anni prima, grazie all’attività condotta da Ericsson nelle diverse regioni del mondo; particolarmente forte il business in Nord America e Giappone. Il margine operativo sale a 16,8%
I ricavi delle altre divisioni sono in flessione, ma Ekholm ha fiducia nella prossima crescita per queste attività. In particolare, sui Digital Services, il ceo ha sottolineato che Ericsson crede nella propria offerta e posizione di mercato.
“I maggiori operatori ci hanno assegnato diversi contratti per la parte core 5G, da cui ci aspettiamo di generare ricavi dal 2021”, dichiara ancora Ekholm. “Mentre prosegue la razionalizzazione del portafoglio legacy stiamo aumentando gli investimenti in Ricerca e sviluppo nel nostro portafoglio 5G e cloud-native per catturare nuove opportunità. L’execution del piano di rilancio prosegue come previsto, ma gli utili varieranno da trimestre a trimestre. Nel primo, le vendite adjusted sono in calo del 9% perché alcuni progetti non sono completati. Ha inciso anche l’impatto del Covid-19. Inoltre, le vendite di hardware legacy sono diminuite in linea con la nostra strategia. Tuttavia, e questo è l’elemento fondamentale per la nostra strategia, le venidte di software sono aumentate e il margine lordo ha raggiunto il 40%”.
Nella divisione Managed Services Ericsson continua a investire in automazione e intelligenza artificiale, contribuendo a far salire il margine lordo di questa attività, sottolinea il ceo.
L’outlook
Le incertezze globali attuali spingono a un approccio “umile” sui risultati del prossimo futuro, sottolinea Ekholm. “Restiamo positivi sull’outlook di lungo periodo, ma il secondo trimestre sarà probabilmente un po’ più debole del normale a causa delle incertezze indotte dal Covid-19 e delle tempistiche dei contratti strategici”.
Gli operatori di rete potrebbero, in generale, restare cauti sugli investimenti e questo potrebbe avere un impatto sul business dei fornitori di apparati di rete. Ekhom vede tuttavia impatti positivi dal merger fra Sprint e T-Mobile negli Stati Uniti, con investimenti di rete e nuovi contratti 5G nella seconda metà dell’anno. I frutti del lavoro del 2020 saranno dunque raccolti nel secondo semestre e nel 2021, ma i target per l’anno in corso restano confermati.