Elio Catania ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere delegato di Telecom Italia. Catania, si legge in una nota della società, ha preso questa decisione “al fine di consentire un sereno svolgimento delle attività del consiglio, in una fase così complessa per l’azienda, e del lavoro degli inquirenti, nel ribadire la piena correttezza dei miei comportamenti”.
Catania, prosegue la nota, “si qualificava come consigliere indipendente”, sedeva nel Comitato esecutivo, era presidente del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e remunerazione. Il prossimo cda di Telecom Italia si riunisce il 19 settembre.
Oggi la procura di Roma aveva interdetto per due mesi dal cda di Telecom per due mesi. La richiesta del pubblico ministero, Maria Francesca Loy, accolta dal gip Alessandra Boffi, prevede anche il divieto per il manager Elio Catania di svolgere, sempre per due mesi, ruoli direttivi anche in altre aziende. La vicenda si riferisce ad una serie di articoli apparsi sul quotidiano romano il Messaggero firmati da Rosario Dimito, indagato per concorso nello stesso reato, e contenenti informazioni emerse nelle riunioni del cda di Telecom che dovevano rimanere riservate.
Informazioni, che secondo quanto accertato dagli investigatori nel corso delle indagini, hanno causato una flessione negativa del titolo del 5%. L’inchiesta della procura di Roma era partita dopo la denuncia presentata dal presidente di Telecom, Franco Bernabè, a seguito di un articolo pubblicato sul Messaggero il 24 gennaio del 2012.
Dalle intercettazioni telefoniche i militari del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza hanno poi accertato i contatti tra Elio Catania e il giornalista del quotidiano romano in occasione della pubblicazione di un articolo lo scorso luglio.
Il 9 settembre Catania aveva smentito, come ” destituita di ogni fondamento” l’ipotesi di una autosospensione sine die dal consiglio di amministrazione di Telecom, così come avevano riportato alcune indiscrezioni di stampa.