Elliott verso il 10% di Tim? Secondo la ricostruzione de Il Giornale, il fondo Usa potrebbe aver di molto superato la soglia del 5% (derivati compresi) comunicata nei giorni scorsi. Domani la comunicazione ufficiale alla Consob.
Sale dunque l’attesa per il cda straordinario di Tim di giovedì che dovrà integrare l’ordine del giorno dell’assemblea, come chiesto da Elliott. Sul tavolo anche il passo indietro del vicepresidente Giuseppe Recchi, che dovrebbe lasciare le deleghe su Sparkle e sulla sicurezza.
Quanto all’assemblea di aprile, scendono in campo anche i piccoli azionisti di Asati, i quali in una nota hanno chiarito che “la scelta” tra Vivendi e Elliott “sarà difficile” perché “stando alle informazioni in nostro possesso, nessuno di loro è in grado di assicurare una ripresa solida alla società”. Motivo per cui Asati chiede al fondo Usa di fare chiarezza sulla guida di Tim
In una lettera aperta al fondo, a Vivendi, ai vertici di Tim e alle istituzioni i piccoli azionisti chiedono chiarimenti sulla strategia che il fondo Usa ha intenzione di mettere in campo in vista dell’assemblea del 24 aprile e soprattutto sapere il nome di chi sarà l’Ad della compagnia. L’associazione si dice intanto concorde sullo scorporo della rete “a condizione che l’operazione preveda come obiettivo l’integrazione con Open Fiber e che la nuova Netco sia quotata in Borsa e che a regime Telecom Italia possa mantenere una quota rilevante della nuova società”. Ok anche all’utilizzo dei proventi delle precedenti operazioni per ridurre la leva finanziaria gravata da un pesante debito e la ripresa della distribuzione dei dividendi pur verificandone “la compatibilità con il piano di investimenti della società”.
“Crediamo che per assumere, alla prossima assemblea, un orientamento consapevole, per noi come per gli altri Soci – si legge nella missiva – sia indispensabile conoscere le linee principali della strategia che il fondo Elliott ritiene di voler perseguire per il futuro di Tim in termini di sviluppo del business, di partnership e di alleanze, di organizzazione della società e di politiche del personale; e capire come questi obiettivi si differenziano da quelli del piano predisposto dall’attuale vertice aziendale (che, peraltro, dovrà essere confermato in assemblea)”. In questo senso è “fondamentale conoscere il nome della persona che si propone per la guida di Tim, se Elliott ha un parere favorevole per Amos Genish, e quale sarà lo staff di manager che lo affiancherà”. Inoltre è importante individuare consiglieri indipendenti e, possibilmente, italiani per garantire trasparenza nella gestione e rispetto degli interessi di tutti gli stakeholder, azionisti, dipendenti.