Eni, autobotti sotto (tele)controllo

Sviluppato con il Dist dell’università di genova un sistema di sensori per monitorare a distanza i mezzi

Pubblicato il 23 Ott 2009

Sensori «intelligenti» in grado di tenere costantemente sotto
controllo le attività di trasporto. E di inviare segnali di
allarme in caso di situazioni anomale, sfruttando le reti web
consentendo al personale addetto alle operazioni di controllo di
intervenire immediatamente per evitare situazioni che possano
mettere a rischio gli autotrasportatori e le merci.

Dopo sette anni di studio e attività di ricerca è stato
ufficialmente battezzato il “network” di telecontrollo frutto
dell’intesa siglata nel 2002 fra l’Eni e il Dipartimento di
Informatica Sistemica e Telematica (Dist) dell’università degli
studi di Genova.
Il sistema, nato con l’obiettivo di migliorare la sicurezza nel
trasporto su strada delle merci pericolose e in particolare dei
prodotti petroliferi, è stato presentato nei giorni scorsi presso
la Facoltà di Ingegneria dell’ateneo ligure dove è stato fra
l’altro siglato un protocollo di intesa – fra Eni, Dist e la
stessa facoltà di Ingegneria – per dare vita al laboratorio
congiunto Delab che lavorerà all’ulteriore sviluppo della
piattaforma di telecontrollo nonché alla messa a punto di
applicazioni ad hoc per migliorare la sicurezza degli
autoveicoli.

“La nuova intesa siglata con l’università di Genova – ha
sottolineato l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni – va
nella direzione del fare. Se vogliamo progredire, se vogliamo
continuare a conservare il benessere che ci siamo conquistati in
questi ultimi cinquant’anni, lo possiamo fare solo continuando la
strada del progresso facendo le cose ma facendole bene.Quindi ben
vengano iniziative di questo tipo”.
“Dal 2002 la logistica secondaria del Gruppo Eni, che
storicamente opera nella sua sede genovese, ha una collaborazione
con il Dist dell’università di Genova. La costituzione del nuovo
laboratorio, in collaborazione con il ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, servirà a rendere il sistema di
telecontrollo sviluppato nel corso degli anni disponibile e
utilizzabile non solo a livello nazionale ma europeo integrandolo
con applicazioni in grado di garantire il monitoraggio a 360 gradi
dell’intero processo di logistica e trasporto delle merci
pericolose”, ha aggiunto la preside della facoltà di Ingegneria
Paola Girdino.

In dettaglio il network già messo a punto da Eni e Dist – già
operativo su 300 delle circa 1500 autobotti che trasportano i
prodotti petroliferi verso le stazioni di servizio Eni – si compone
di sensori installati a bordo degli auto mezzi che collegati in
modalità remota con la centrale di controllo consentono di
indagare e rendere visualizzabili telemetrie, allarmi ed eventi
relativi alle attività di trasporto. I sensori possono essere
interrogati a distanza ed è possibile verificare in tempo reale lo
“stato” del viaggio. La piattaforma comprende anche strumenti
multimediali per la formazione del personale.

Obiettivo di Eni è ora dotare tutta la propria flotta di autobotti
dell’innovativa “rete”, anche se al momento non stati
rivelati dettagli sulle tempistiche. “Vogliamo rendere il
trasporto delle merci pericolose a rischio zero – ha concluso la
preside Girdinio -. E per questo continueremo a lavorare sul
sistema”.

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