Ericsson ha annunciato la chiusura entro il terzo trimestre dell’anno delle sue attività di produzione di cavi di rete in Svezia. Pesa il calo della domanda di reti in rame. Sono 354 gli esuberi annunciati negli stabilimenti di Hudiksvall e Stoccolma. L’azienda prevede costi di ristrutturazione per 500 milioni di corone, pari a 60 milioni di euro.
Un business, quello del rame, in flessione costante a causa della progressiva migrazione verso nuovi network in fibra, prodotti per lo più in Asia, mentre la produzione di rame in Europa supera di gran lunga la domanda. Un business, quello dei cavi telefonici di Ericsson, che nel 2012 ha prodotto ricavi per un miliardo di corone (116,4 milioni di euro circa), a fronte di un risultato negativo non quantificato dall’azienda.
“La decisione è basata sul fatto che la produzione di cavi telefonici di Ericsson è piccola in prospettiva globale, e che anche il market share è piccolo. Sfortunatamente la nostra produzione non è stata pienamente operativa da tempo e ha fatto fatica a raggiungere utili”, ha detto Tomas Qvist, responsabile risorse umane di Ericsson in Svezia.
A fine marzo Ericsson ha confermato il taglio di 1.399 dipendenti in Svezia, nel quadro di un piano di ristrutturazione annunciato lo scorso 7 novembre. Il piano peserà per 1,5 miliardi di corone (circa 179 milioni di euro) sui conti del primo trimestre dell’anno. La ristrutturazione riguarda tutte le aree di business, ma come preannunciato riguarda in particolare la divisione Networks.