Ericsson ha chiuso il 2012 con utili dimezzati a 5,6 miliardi di corone (650 milioni di euro) rispetto al 2011, mentre i ricavi sono aumentati del 5% a 227,8 miliardi di corone (24,5 miliardi di euro). Il calo degli utili è legato agli oneri straordinari per la joint venture ST-Ericsson, dopo l’uscita di Stm, che pesa per 8 miliardi di corone (928 milioni di euro) sui conti della casa svedese, che cede così il trono alla cinese Huawei sul fronte dei ricavi nel mercato globale degli apparati di rete. Huawei ha chiuso il 2012 con un fatturato di 26,2 miliardi di euro.
Ericsson è ottimista per il 2013, e l’amministratore delegato Hans Vestberg si dice certo che nella seconda metà di quest’anno Ericsson beneficerà degli investimenti nelle tlc. “Migliorare la redditività, ridurre i costi e il capitale circolante rimangono all’ordine del giorno anche per il 2013” ha aggiunto Vestberg. Il cda ha proposto un dividendo di 2,75 corone per azione (+10%).
“I nostri segmenti di business hanno mostrato sviluppi diversificati durante l’anno, con una forte crescita nei segmenti dei Servizi (Global Services) e delle Soluzioni (Support Solutions) Global Services e Support Solutions, mentre per il segmento Reti (Networks) è stato un anno più difficile. Il segmento delle Support Solutions è passato da una fase di perdita nel 2011 alla redditività e, insieme ai Global services, ha rappresentato quasi il 50% delle vendite del Gruppo nel 2012, rispetto al 42% del 2011”, ha detto Vestberg.
“Nel corso dell’anno la redditività ha subito l’impatto negativo delle perdite in ST-Ericsson, dei progetti di modernizzazione delle reti in corso in Europa così come del relativo business mix, con una quota più elevata di progetti legati alla copertura di rete che alla capacità. Considerando l’attuale visibilità sulla domanda dei clienti e l ‘attuale stato di sviluppo dell’economia globale, si stima che il relativo business mix incrementi gradualmente verso progetti di capacità nella seconda parte del 2013″.
Per tutto il 2012 il Nord America è stato il nostro mercato più forte, trainato dai costanti investimenti in banda larga mobile e dalla domanda di servizi. Tuttavia, aree come il Sud-Est asiatico, l’Oceania e l’Africa Subsahariana sono migliorate nel corso dell’anno.
Hans Vestberg: “Nel quarto trimestre segmento Networks migliorato”
Per quanto riguarda il quarto trimestre, Ericsson ha registrato perdite per 6,3 miliardi di corone, su cui pesano gli oneri straordinari legati all’uscita dalla joint venture ST-Ericsson, a fronte di ricavi per 66,9 miliardi di corone, in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 23% rispetto al terzo trimestre del 2012. Torna in area positiva la divisione Networks, con un incremento del 6% dei ricavi a fronte di un calo del 17% nel terzo trimestre. In particolare, i ricavi sul mercato nord americano sono aumentati del 51%. Anche la divisione Global Services ha registrato un fatturato in aumento nel quarto trimestre.
“Nel quarto trimestre le vendite nel segmento Networks sono migliorate, nonostante l’atteso declino delle reti Cdma – dice l’amministratore delegato Hans Vestberg – La redditività del segmento Networks è migliorata progressivamente grazie a un incremento delle vendite e a un aumento nelle vendite software. Le vendite e la redditività dei segmenti Global Services e Support Solutions sono rimasti stabili”. “Il trimestre ha subito l’impatto negativo di oneri non-cash relativi a ST-Ericsson – aggiunge Vestberg – A seguito dell’annuncio da parte di STMicroelectronics di voler uscire dalla joint-venture, Ericsson valuterà differenti opzioni per gli asset ST-Ericsson. Crediamo che la tecnologia modem, che in origine ha contribuito alla JV, abbia un valore strategico per l’industria wireless”.
ST-Ericsson, la joint venture tra StMicroelectronics ed Ericsson, nel quarto trimestre ha registrato vendite per 264 milioni di euro, in linea rispetto al trimestre precedente e in calo del 12,5% sul quarto trimestre del 2011. Nel frattempo la perdita operativa è scesa a 98,3 milioni di euro dai 109,4 milioni del terzo trimestre e dai 153 milioni dello stesso periodo del 2011.
L’intero esercizio si è chiuso con un fatturato in calo del 18,1% a 998 milioni di euro e perdite operative pari a 601,8 milioni di euro. Per il primo trimestre 2013, ST-Ericsson si aspetta “un significativo calo sequenziale nel fatturato netto, principalmente derivante, oltre che dalla stagionalità relativa al primo trimestre, da una combinazione tra nessun ricavo da licenze previsto nel periodo e l’ulteriore indebolimento delle vendite di prodotti legacy”.
Intanto, Carlo Bozzotti, presidente di StMicroelectronics, ha detto che “Siamo vicini alla decisione, stiamo finalizzando la decisione” per l’uscita dalla joint venture dei semiconduttori, annunciata prima di Natale. Il periodo di transizione per l’uscita dalla joint venture dovrebbe completarsi entro il terzo trimestre 2013. “Non commentiamo le opzioni sul tavolo”, ha detto il manager.
StMicroelectronics potrebbe avere durante il 2013 necessità di finanziamento, comprese le attività operative in essere della ST-Ericsson durante il periodo di transizione in vista della cessione della sua quota e i costi di ristrutturazione, ”fra i 300 e i 500 milioni di dollari (221,8 milioni di euro e 369,7 milioni di euro)”. Secondo l’amministratore delegato Carlo Bozotti si sta ”cominciando a vedere un ritorno alla crescita”. Il gruppo nel 2012 ha avuto ricavi pari a 6,27 miliardi di euro (-12,8%). Il risultato netto è stato negativo per 857,7 milioni di euro.
StM ha chiuso il quarto trimestre del 2012 con una perdita netta di 316,4 milioni di euro, rispetto al rosso di 8,1 milioni del quarto trimestre dell’esercizio precedente. Sul dato del trimestre ha pesato la svalutazione di 402 milioni relativa alle attività wireless. Per il trimestre in corso i vertici di StM prevedono un calo del fatturato su base sequenziale nell’ordine del 7%, mentre la marginalità dovrebbe collocarsi nell’intorno del 31,4%.