All’apertura dei mercati il titolo di Ericsson è arrivato a superare il +14% sulla piazza di Stoccolma, segno di apprezzamento dei mercati per i risultati del piano di ristrutturazione messo a punto dall’azienda, che ha portato a ridurre le perdite, nel primo trimestre del 2018, a 80 milioni di euro: una progressione importante se si pensa un anno fa si attestavano a quota 1,13 miliardi.
Si tratta, secondo il management della multinazionale svedese, specializzata in apparecchiature per le tlc, di un “risultato incoraggiante”, nonostante da gennaio a marzo si sia contratto anche il fatturato, fino a toccare il -9% a 42 miliardi di euro.
Numeri che hanno superato le aspettative degli analisti, dopo il periodo di difficoltà dovuto al calo degli investimenti delle telco e alla domanda debole nei mercati in via di sviluppo.
Con il piano di ristrutturazione in corso l’azienda ha tagliato nel primo trimestre 2018 più di 3mila posti di lavoro, ma la cifra complessiva dei tagli dal luglio scorso ammonta a 18mila unità.
Motivando la buona prestazione dell’ultimo trimestre Ericsson ha sottolineato che si tratta dell’effetto della riduzione dei costi e dei primi risultati delle vendite della propria piattaforma 5G. “I nostri sforzi nel migliorare l’efficienza nei servizi e nei costi stanno iniziando a produrre risultati”, commenta in uno statement dell’azienda il Ceo Borje Ekholm.
Secondo quanto affermato a Reuters dal Chief financial officer, Carl Mellander, Ericsson avrebbe guadagnato quote di mercato, da gennaio a marzo, in Europa e Nord America. Secondo il Cfo, inoltre, il miglioramento dei conti è per una metà dovuto alla riduzione dei costi, mentre un terzo è legato alle vendite dell’Ericsson Radio System.
“Questo salto in avanti evidenzia che gli sforzi della società per tagliare i costi e investire in ricerca e sviluppo stanno dando risultati”, commenta Janardan Menon, analista di Liberum. Secondo Greger Johansson, analista in Redeye, i risultati di Ericsson sono generalmente migliori nel primo quarto dell’anno, e questo apre la strada all’interrogativo se i miglioramenti registrati da gennaio a marzo siano sostenibili per il resto dell’anno.