L'ACCORDO

Ericsson chiude il “dossier” 2019: 80 milioni di indennizzo a Nokia

L’azienda svedese mette la parola fine alla controversia con il Dipartimento di Giustizia Usa che aveva portato ad accuse di corruzione in cinque Paesi. Tegola su ebitda e cash flow

Pubblicato il 12 Mag 2021

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Ericsson ha annunciato un accordo per il pagamento di un indennizzo di 80 milioni di euro alla concorrente finlandese Nokia legato ad una controversia con il Dipartimento di Giustizia Usa e con la Sec che risale al 2019 e che aveva portato ad accuse di corruzione nei confronti di Ericsson in cinque Paesi.

Ericsson non ha svelato i dettagli dell’accordo con Nokia ma solo che il rimborso “riflette l’incertezza, il rischio, la spesa e la potenziale distrazione dalla focalizzazione sul business associata a un contenzioso potenzialmente lungo e complesso”.

L’impatto ci sarà sui conti del secondo trimestre e sarà di 80 milioni sull’ebit. Si prevedono dei versamenti anche nel 2022 e nel 2023 che impatteranno sul cash flow di per 26 milioni.

Ericsson ha voluto evidenziare la sua “politica di tolleranza zero” nei confronti della corruzione e ha annunciato il suo impegno a costruire una “cultura della conformità”.

Nel 2019 l’azienda si era impegnata a pagare oltre un miliardo di dollari per mettersi alle spalle i reati di corruzione, ammettendo le proprie colpe e patteggiando così la chiusura dell’indagine. Come comunicato dal Dipartimento di Giustizia statunitense, la società svedese aveva accettato di versare al sistema penale Usa una multa da 520 milioni di dollari e di risarcire la Securities and Exchange Commission (Sec) con ulteriori 540 milioni di dollari.

Le accuse rivolte al colosso delle telecomunicazioni riguardavano attività illecite commesse tra il 2000 e il 2016, estremi inclusi, in almeno cinque Paesi, ovvero Cina,Vietnam, Indonesia, Kuwait e Gibuti. Tali attività violano la legge anticorruzione statunitense, il Foreign Corrupt Practices Act, includendo il pagamento di tangenti e varie irregolarità contabili.

Nella diverse filiali era stato creato un fondo per finanziare regali, viaggi e attività ricreative, ingraziandosi ufficiali governativi che poi assicuravano commesse all’azienda. Per la registrazione dei fondi e i trasferimenti di denaro venivano utilizzati consulenti e intermediari.

La reazione del ceo Borje Ekholm era stata durissima. “Alcuni dipendenti in alcuni mercati, in certi casi dirigenti in quei mercati, hanno agito in cattiva fede e consapevolemente non hanno esercitati sufficienti controlli . ave datto – Nel mio modo di vedere ciò che è accaduto è un capitolo della nostra storia totalmente inaccettabile ed enormemente destabilizzante”.

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