LA VERTENZA

Esuberi Ericsson: niente accordo, Regioni e sindacati in pressing sul governo

Fumata nera al tavolo sulla vertenza che vede coinvolti 322 lavoratori. L’azienda conferma i tagli ma apre una finestra, fino al 31 ottobre, per aderire alla mobilità volontaria o all’outplacement. Gli assessori di Liguria e Lazio e del Comune di Napoli: “Scongiurare fino all’ultimo i licenziamenti, serve tavolo di settore”. Confermato lo sciopero nazionale del 14 settembre

Pubblicato il 13 Set 2016

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Fumata nera al tavolo sulla vertenza Ericsson che si è svolto ieri a Roma nella sede del Ministero del Lavoro e che coinvolge 322 lavoratori. “Nonostante non sia stato raggiunto un accordo, l’azienda ha dichiarato la propria volontà di aprire una finestra di esodi volontari e incentivati che terminerà il prossimo 31 ottobre 2016 – spiega una nota dell’azienda – Fermo restando il necessario adeguamento dell’organico, l’azienda al fine di limitare le conseguenze sul piano sociale e in continuità con i precedenti piani di ristrutturazione, privilegerà lo strumento dell’accesso volontario alla mobilità con il sostegno di un incentivo economico e il servizio di outplacement”.

“Anche in questa occasione Ericsson ha dimostrato ampia disponibilità ad intraprendere un percorso costruttivo e condiviso con le organizzazioni sindacali e le parti interessate, al fine di individuare le migliori soluzioni – conclude la nota – L’adeguamento dell’organico è fondamentale per consolidare la competitività sul mercato italiano nel medio e lungo termine. Ericsson conferma il proprio impegno verso i progetti chiave recentemente annunciati in aree come il 5G, l’Internet delle cose e il Cloud, così come ribadisce il proprio impegno in Italia, dove è presente dal 1918, oggi con più di 4000 dipendenti”.

I tagli – 291 persone in Ericsson Telecomunicazioni te 31 persone in Ericsson IT Solutions and Services – riguarderanno le sedi di Roma (122 addetti), Erzelli a Genove (103) e il restante a Napoli.

“Alla luce del mancato accordo di oggi – afferma l’assessore al lavoro della Regione Liguria Gianni Berrino– abbiamo chiesto al governo di fare pressione sull’azienda perché non si smarchi dagli impegni assunti in precedenza nel settore ricerca e sviluppo, da cui dipende il futuro dell’operazione del polo degli Erzelli a Genova”.

“Abbiamo ribadito la nostra forte contrarietà – sottolinea Berrino- al piano di riorganizzazione. Le Regioni e i Comuni interessati alla vertenza -ha ricordato l’assessore ligure- sono compatti nel ritenere necessaria un’azione forte del governo su Ericsson a livello nazionale. Riteniamo che si possa sfruttare il periodo da qui al 31 ottobre per evitare i licenziamenti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Regione Lazio. “L’azienda con la sua condotta è riuscita a unire il fronte sindacale che si è mostrato molto attento e capace nel cercare soluzioni alternative ai licenziamenti, anche utilizzando gli strumenti normativi messi in campo dal Jobs Act – spiega l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Lucia Valente – Le Regioni, dal canto loro, hanno messo a disposizione le risorse dei fondi strutturali Fesr e Fse per la riqualificazione professionale e la formazione, per ricerca e sviluppo”.

“A nulla è valso il tentativo di mediazione in sede ministeriale in quanto le logiche della multinazionale non consentono di utilizzare gli strumenti conservativi che sono oggi a disposizione delle aziende – sottolinea Valente – Non resta che tenere alta l’attenzione sul settore delle telecomunicazioni che è assai fragile e che registra numerose criticità nella nostra regione. Per questo chiediamo la convocazione di un tavolo ministeriale che si occupi del settore più in generale e che ci consenta di mettere in campo politiche capaci di prevenire gli esuberi di personale”.

“Chiederemo ai sindaci delle città interessate di scrivere direttamente al presidente del Consiglio. Urge un tavolo di crisi a Palazzo Chigi – rimarca l’assessore al Lavoro del Comune di Napoli Enrico Panini – Ericsson insensibile da mesi a ogni sollecitazione e proposta”.

Secondo Panini “il dramma è duplice: per le famiglie buttate nella strada e per il ritrarsi di un pezzo di produzione qualificata. Fra due anni ricorre il secolo di presenza di Ericsson in Italia e si sceglie il modo peggiore per cominciare le celebrazioni. Bisogna investire direttamente la casa madre perché si riveda una scelta drammatica”. Mercoledì, conclude Panini, “sarò con i lavoratori e i sindacati per chiedere alla Prefettura un incontro di merito”.

Dura anche la reazione del sindacato. “L’azienda è inamovibile e mantiene i licenziamenti”, afferma la Slc Cgil Genova secondo la quale “in questi mesi la multinazionale svedese è stata sorda a qualunque richiesta di trattativa con il sindacato e anche alle proposte degli enti locali (Regioni e Comuni)”.

“Nonostante il pessimo risultato, attribuibile in larga parte al governo che in questi mesi è stato totalmente assente e superficiale, l’impegno dei lavoratori e del sindacato continua con lo sciopero nazionale del 14 settembre. In quella occasione a Genova si terrà una manifestazione le cui modalità saranno decise nella giornata di domani”, conclude il sindacato.

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