Solidarietà difensiva al posto della cassa integrazione ed uscite volontarie per “cancellare” gli esuberi. Sono questi i punti chiave dell’accordo raggiunto tra Tim e i sindacati nelle tarda serata di ieri. A darne annuncio il ministro dello Sviluppo economico e Lavoro, Luigi Di Maio.
“Oggi abbiamo chiuso l’accordo sulla trattativa Tim che sarebbe scaduto questa notte lasciando in cassa integrazione circa 30.000 lavoratori e senza fornire alcuna risposta concreta – ha detto Di Maio – Ci sarà massima attenzione nel seguire le conseguenze di questo accordo, che dovrà essere approvato anche dai lavoratori con un referendum interno, un principio che sta alla base dei valori della forza politica che rappresento”.
“Riteniamo importante che siano state accolte le richieste delle sigle sindacali e che l’azienda si sia resa disponibile ad accettare un compromesso – ha sottolineato il ministro – Soprattutto, siamo soddisfatti del fatto che ci sia la disponibilità a individuare una formula per azzerare gli esuberi e, in ultima istanza, utilizzare strumenti non traumatici così da evitare di far piombare i lavoratori in situazioni difficili”.
Entrando nel dettaglio l’accordo tramuta la cassa integrazione di 12 mesi per 29.736 lavoratori a rotazione per 26 giornate anno su base mensile – questo prevedeva il piano di Tim – in “solidarietà difensiva” pari al 10% e medesimo meccanismo di una tantum precedente. I 4.500 esuberi strutturali sono completamente assorbiti dall’utilizzo di strumenti volontari di uscita con utilizzo isopensione.
Le uscite volontarie saranno così articolate:
– Isopensione per il 2018: potranno uscire coloro che entro il 31.12.18 maturano nei successivi 4 anni il diritto a pensione cioè al 31.12.2022 (circa 1.000 lavoratori).
– Isopensione nel biennio 2019- 2020 da applicare a una base esodabile di massimo 4mila unità. Nel potrà usufruire chi esprime il consenso di aderire entro il 2019 e maturi il diritto a pensione il 31.05.24 (si tratta di uno scivolo di 5anni e 6 mesi); chi esprime il consenso di aderire entro il 30 novembre 2020 e maturi il diritto a pensione entro il 31 dicembre 2025 (scivolo di 6 anni).
Con l’isopensione si stimano complessivamente potenziali 5.000 uscite volontarie.
I 14mila lavoratori della rete dovrebbero essere esclusi dalla solidarietà.
Le parti si impegnano poi ad aprire a settembre, un confronto per superare l’attuale regolamento aziendale unilaterale e definire un secondo livello di accordo in su temi chiave quale livelli inquadramentali, part time, dinamiche economiche e normative della parte on field e smartworking.
“Siamo particolarmente soddisfatti per questo accordo raggiunto con le associazioni sindacali- commenta l’Ad di Tim, Amos Genish – Voglio ringraziare i rappresentanti nazionali e territoriali delle associazioni che hanno dimostrato una volta di più di avere a cuore le sorti dell’azienda e del Piano Strategico DigiTim come dei lavoratori. Un particolare ringraziamento va al Ministro Luigi Di Maio per il sostegno che ha dimostrato nelle fasi finali del negoziato. Spero di poterlo incontrare quanto prima per affrontare i vari temi di impegno comune”.
Lo scorso 17 maggio Tim aveva presentato al ministero del Lavoro e ai sindacati un piano di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale e l’Ad aveva poi specificato in una conference call con gli analisti che la cassa integrazione serviva per fronteggiare gli esuberi.