LA VERTENZA

Esuberi Tim, i sindacati: “Incontro deludente: serve un piano di rilancio”

Riunione al ministero del Lavoro tra l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori. Nuovo tavolo il 31 maggio. In ballo 4.500 posti di lavoro. Slc Gcil, Fistel Cisl e Uilcom Uil: “Servono certezze sul futuro industriale e occupazionale della società”

Pubblicato il 24 Mag 2018

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Il tavolo sulla richiesta di cassa integrazione che riguarda 29.736 lavoratori di Tim per 12 mesi e che potrebbe portare al termine di questo periodo a 4.500 esuberi si è riunito oggi al ministero del Lavoro, e l’incontro si è concluso con i sindacati che si sono detti “delusi” da quanto emerso durante la riunione con il management dell’azienda. I lavori si sono così aggiornati al 31 maggio.

“L’azienda – si legge in un comunicato congiunto delle segreterie nazionali di Slc CgilFistel Cisl e Uilcom Uil – nell’affermare che il confronto deve avere ad oggetto il tema Cigs e non altri temi che possano eventualmente essere affrontati successivamente, ha richiamato le ragioni già indicate nella comunicazione del 16 maggio 2018, dove ha evidenziato come il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria debba accompagnare il processo di trasformazione e ribadendo la presenza, a suo dire, di circa 4.500 eccedenze a fine Cigs”.

Prioritario a questo punto, per i rappresentanti dei lavoratori, “definire alcuni importanti aspetti, quali elementi imprescindibili per un confronto che possa provare a trovare punti di un’intesa complessiva e non unicamente limitata alla sola procedura di Cigs”.

Quattro i punti principali su cui Slc CgilFistel Cisl e Uilcom Uil puntano come “imprescindibili per un confronto proficuo”: innanzitutto “chiarezza sul vero oggetto della procedura”, per capire cioè se si tratti di un “ricorso ad ammortizzatori sociali o di 4.500 licenziamenti tra 12 mesi”, ferma restando “la totale contrarietà a qualsiasi ipotesi di licenziamento, coinvolgendo fin dal prossimo incontro il Mise”. Poi “Chiarezza e garanzie sulla tenuta del perimetro e della base occupazionale del gruppo, non potendo separare qualsiasi discussione sull’eventuale ricorso ad ammortizzatori sociali da necessarie certezze sul futuro industriale ed occupazionale di Tim”. I sindacati considerano inoltre necessario “ripristinare condizioni economicamente sostenibili per l’insieme delle attività affidate in appalto che evitino contraccolpi occupazionali”, e la “ricomposizione di un quadro relazionale tra le parti ad oggi fortemente compromesso dal permanere del vulnus costituito dalla disdetta del secondo livello di contrattazione unilateralmente sostituito da un regolamento aziendale”.

In attesa del prossimo incontro i sindacati annunciano così di voler  “avviare immediatamente una diffusa informativa ai lavoratori” e “di aprire contestualmente le procedure di raffreddamento, auspicando, al contempo, una maggiore disponibilità da parte di Tim, che possa permettere di rendere costruttivo il confronto, ed eviti una lunga ed infruttuosa contrapposizione”.

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