E’ in corso da questa mattina e procederà a oltranza presso la sede di Unindustria Roma il confronto fra Vodafone e i sindacati, per discutere la vertenza sui 700 esuberi annunciati due mesi fa dall’azienda con l’aperura delle procedure di mobilità. Lo ha confermato oggi Michele Azzola, segretario della Slc-Cgil. Al tavolo della trattiva a oltranza, cominciata ieri pomeriggio, le delegazioni sindacali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom-Uil.
“La trattativa sta sciogliendo a uno a uno tutti i nodi aperti sul tavolo – dice Michele Azzola, segretario della Slc Cgil intorno alle 18,00 di oggi – Sull’inisieme dell’accordo siamo a buon punto, con soluzioni che sono anche innovative per i lavoratori. Resta ancora aperto un nodo, che si chiama delocalizzazioni, ma contiamo di chiudere anche questo capitolo prima della firma dell’accordo”. La trattativa va per le lunghe e la firma potrebbe slittare.
Nel dettaglio, sono tre i nodi aperti sul tavolo della trattativa: in primo luogo, il periodo di tutela occupazionale che, secondo i sindacati, deve essere inserito in un piano industriale di ampio respiro, con il quale l’azienda si impegna a non modificare il perimetro aziendale, a non fare cessioni e a non mettere in campo operazioni di grande impatto sui lavoratori. Vodafone ha proposto un periodo di 21-24 mesi che i sindacati avevano giudicato insufficiente.
Il secondo nodo aperto è, come detto, quello delle delocalizzazioni, che riguardano in particolar modo le attività di customer care. I sindacati chiedono che le attività off shore vengano riportate in Italia. Il terzo e ultimo nodo riguarda il premio di risultato (Pdr): l’azienda aveva proposto un abbattimento del 50% del Pdr, un taglio giudicato eccessivo dai sindacati.
Lo scorso 4 aprile, Vodafone e sindacati hanno trovato un punto di intesa sulla mobilità volontaria incentivata e i trasferimenti, anche questi incentivati, in azienda partner per scongiurare i licenziamenti. Era anche stata stralciata dal confronto la posibilità di fare ricorso a trasferimenti territoriali.
Lo scorso 7 marzo Vodafone ha annunciato 700 esuberi strutturali con l’obiettivo di risparmiare 80 milioni di euro nei prossimo 18-24 mesi. “Il piano evidenzia che gli effetti negativi della crisi macroeconomica – evidenziava la compagnia in una nota – la forte pressione competitiva e il drastico calo dei prezzi, nonché gli interventi regolatori, stanno progressivamente influenzando in modo molto critico l’andamento del settore delle telecomunicazioni”. Anche Vodafone Italia, “che in questi anni ha mantenuto costante la sua strategia di investimenti in Italia per offrire ai propri clienti il miglior servizio e la migliore qualità e copertura di rete, ha risentito degli effetti combinati di questi fenomeni registrando negli ultimi due anni una rilevante erosione del fatturato e dei margini”.
Le eccedenze si concentrano per la maggior parte in Vodafone Omnitel NV (671 unità) e per la parte rimanente in Vodafone Gestioni (29 unità). Il contributo maggiore al piano di ristrutturazione arriva dall’area tecnologie con 221 esuberi, seguita dal commercial operation (140), commerciali (99), affari generali (65), risorse umane (55), finanza (48), amministrazione (40), affari legali (20), terminali (12). I tagli riguardano prioritariamente la sede di Milano e a seguire quella di Roma.