RELAZIONE ANNUALE

Etno: Tlc, meno ricavi ma più investimenti

Secondo la relazione annuale, nonostante la contrazione dell’1,5% del fatturato, gli investimenti aumentano del 4,6%. Ma Gambardella avverte: “Servono nuovi modelli di cooperazione con gli Ott”

Pubblicato il 16 Nov 2012

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Il calo dei ricavi non blocca gli investimenti in telefonia fissa e mobile in Europa. È quanto emerge dalla relazione economica annuale di Etno secondo cui, a fronte di un decremento del fatturato dell’1,5% nel 2011, gli investimenti sono aumentati del 4,6%. Tuttavia la quota europea nel mercato globale delle tlc si è ridotta dal 31% al 25% negli ultimi sei anni. Secondo il rapporto, elaborato congiuntamente con Idate, i ricavi totali nel settore europeo sono pari a 274,7 miliardi, in calo dell’1,5% rispetto al 2010. Il decremento delle revenue è più evidente nella telefonia fissa (-8%) mentre il mobile ha registrato una riduzione dello 0,6%. Bene invece il mercato della banda larga dove il fatturato è salito del 4%.

L’aumento degli investimenti – secondo il report – è dovuto principalmente alle attività dei membri di Etno. “Il settore delle telecomunicazioni europeo ha subito un calo dei ricavi per il terzo anno di fila, all’interno di un processo di moderata ripresa economica – spiega Luigi Gambardella, presidente di Etno – Ciò dimostra che sono i cambiamenti strutturali e non quelli ciclici a trasformare il settore. Nonostante questo scenario complesso, gli operatori restano impegnati ad investire e guidare diffusione della banda larga. In questo contesto, creare migliori condizioni per gli investimenti e rassicurare i mercati devono rimanere le priorità”.

“L’aumento di utilizzo dei social networking e di applicazioni Over the Top conferma poi la necessità di cercare nuovi modelli di cooperazione – prosegue Gambardella – Le politiche di settore devono essere più flessibili al fine di consentire agli operatori di adeguarsi ad una realtà in rapida evoluzione e a nuovi modelli di business. Etno ritiene che sia urgente avviare un dibattito a livello europeo per trovare soluzioni politiche utili a risolvere questi problemi”.

“La sostenibilità delle telecomunicazioni, così come quelle di settori come l’editoria e il broadcasting, deve essere affrontata nella prospettiva di uno sviluppo più solido dell’industria digitale”, conclude Gambardella.

Gran parte degli investimenti sono collegati alle reti fisse e mobili che devono sostenere un volume di traffico dati in massiccio aumento. Secondo Idate il traffico dati sta aumentando in media del 60% l’anno – percentuale che raggiunge il 100% se si considera la sola rete mobile – soprattutto grazie ai video. “Nel corso degli ultimi 20 anni i mercati sono passati attraverso una grande rivoluzione che ha consentito agli utenti europei di potere scegliere meglio e di più – sottolinea Daniel Pataki, direttore Etno – Questo non sarebbe stato possibile senza gli operatori che aderiscono ad Etno i cui investimenti continuano rappresentano più di due terzi degli investimenti nel settore. Nel lungo periodo, tuttavia, nuovi modelli di business e di fonti di ricavo saranno necessari per sostenere il ritmo di questi investimenti che in Europa sono la chiave per realizzare gli obiettivi dell’Agenda digitale europea”.

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