Europa: il Consiglio spinge verso l’approvazione del Telecoms Package

La decisione finale potrebbe arrivare già domani. Ma è scontro fra Parlamento e Consiglio sulla linea da seguire in merito alla spinosa questione del download illegale

Pubblicato il 04 Nov 2009

Il Consiglio d’Europa sta esercitando "pressione" sugli
europarlamentari perché si accordino su una nuova versione del
pacchetto telecom che renderà possibile tagliare le connessioni
Internet degli utenti sospettati di download illegale, senza che vi
sia un “precedente ordine da parte di un’autorità
giudiziaria”.

Il comitato di Conciliazione (terza e ultima fase del processo
legislativo Ue) lavorerà oggi fino a tarda notte e gli
europarlamentari temono che i tempi siano troppo stretti per poter
discutere il nuovo testo e che alla fine saranno costretti a dire
sì alla versione del pacchetto proposta dal Consiglio.

Come dichiarato da un portavoce dell’ufficio
dell’europarlamentare Christian Engström, fondatore del Pirate
Party svedese, è possibile che ai parlamentari europei venga
chiesto di finalizzare la legge domani. Secondo il portavoce di
Engström, accade sempre più spesso che il Consiglio metta fretta
ai parlamentari, chiedendo di prendere decisioni in tempi brevi
senza le opportune informazioni preliminari.

Gli europarlamentari non avrebbero nemmeno visto il nuovo testo su
carta, che include “alcune modifiche importanti”, sottolinea
Engström, prima che fosse chiesto loro di decidere in merito a un
tema così “caldo”.

Il telecoms package è stato al centro di accese discussioni tra il
Parlamento e il Consiglio. Il pomo della discordia è
l’Emendamento 138 introdotto per garantire l’intervento di una
“precedente” “ordinanza di un’autorità giudiziaria” per
poter tagliare la connessione Internet ai sospettati di download
illegale.

Il testo più recente del Parlamento rappresenta una sostanziale
concessione al punto di vista del Consiglio, poiché cancella i
riferimenti a una “precedente” ordinanza da parte di una
“autorità giudiziaria”. La nuova formula dimostra che il
Parlamento è disposto ad allinearsi al Consiglio, secondo
Jérémie Zimmermann de La Quadrature du Net, una Ong che difende i
diritti degli utenti di Internet. Nelle discussioni che si sono
tenute prima di giugno l’europarlamentare Catherine Trautmann si
era fortemente battuta per garantire il diritto a un equo
processo.

La nuova versione del testo voluta dal Consiglio, con
l’eliminazione dei due termini “precedente” e
“giudiziaria”, secondo gli europarlamentari darà potere alle
aziende e agli enti amministrativi di tagliare l’accesso a
Internet di qualunque persona senza un equo processo. Resta la
possibilità di ricorrere in appello dopo l’interruzione del
servizio, ma questi processi potrebbero richiedere anni. Secondo
gli europarlamentari, al cuore della disputa intorno alla parola
“precedente” vi sarebbe l’atteggiamento del ministro delle
Attività produttive britannico, Lord Peter Mandelson, sospettato
di farsi influenzare delle potenti lobby delle industrie
dell’entertainment e bancarie che non vogliono mezze misure nella
lottta al file-sharing.

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