«Siamo riusciti ad integrare l’azienda molto prima di quando ci
aspettassimo»: da Tel Aviv, dove ora vive, Roberto
Giamagli, general manager della Video Business Unit di
Radvision, è soddisfatto. Il gruppo israeliano, tra i leader
mondiali nel settore della videoconferenza, lo scorso febbraio ha
rilevato dalla famiglia Viezzoli tecnologie e
attività di Aethra, gioiello italiano della videoconferenza finito
in una crisi irreversibile.
Il brand non è più sul mercato, ma ad Ancona, sia pure con meno
occupati del passato (una cinquantina rispetto agli oltre 150 dei
tempi d’oro), l’attività è ripartita. Ed è questo che conta.
Come conta che l’apprezzamento delle tecnologie dell’azienda e
del know how delle maestranze marchigiane siano fra le principali
ragioni che hanno convinto Radvision ad investire in Italia, come
spiega Simone Bini, l’uomo che in qualità di
Italy & Middle-East country manager ha la responsabilità del
rilancio delle attività italiane di Radvision.
Non è un compito facile (alla fine del 2009 Aethra sembrava del
tutto spacciata, con i laboratori chiusi e il personale a casa) ma
i primi passi vanno nella direzione giusta. Lo scorso giugno è
arrivato sul mercato il primo prodotto tecnologico nato
dall’integrazione del savoir faire di Aethra e delle tecnologie
Radvision: l’end point XT1000. “Costruito in Italia da
un’azienda situata nel milanese”, precisa Bini. Così come lo
è la nuova versione dedicata alle Pmi, commercializzata proprio in
questi giorni.
Nello sbarco di Radvision ad Ancona hanno certamente pesato la
conoscenza dell’azienda da parte di Giamagli e Bini: il primo
perché stava in Aethra prima di andare a lavorare per gli
israeliani; il secondo perché, a capo del mercato Italia di
Radvision, ha potuto apprezzare tecnologie e presenza commerciale
italiana di Aethra, che del resto già “montava” molta
tecnologia Radvision.
Tuttavia, l’acquisizione non sarebbe probabilmente avvenuta senza
i profondi sconvolgimenti che ridisegnano il mercato della
videocomunicazione: destinato ad una crescita travolgente secondo
tutti gli analisti, ma anche scosso da acquisizioni e fusioni.
Emblema ne è il recente take over di Cisco su Tandberg. Proprio
quella Cisco che prima di salire suo cavallo Tandberg era un
partner fondamentale per Radvision.
Così gli israeliani hanno accelerato la loro trasformazione: da
azienda che vendeva tecnologia agli assemblatori finali, a società
globale (ha laboratori in Israele, Stati Uniti, Cina e ora anche
Italia) che agisce direttamente sul mercato con soluzioni end to
end.
Come si inserisce Ancona in tutto questo? Da un lato ad interessare
Radvision è la storica penetrazione della società sul mercato
italiano. Dall’altro, sono state premianti le competenze su
tecnologie client-software e client-messager che offrono soluzioni
standard, facilmente fruite dai terminali delle più diverse
tipologie e marche.
Tecnologie che ben si integrano con le competenze su
ìnfrastruttura e management di Radvision. Un’allenza venuta già
utile ad Ancona dove i tecnici italiani hanno potuto integrare nel
proprio know how il bagaglio di esperienze di Radvision nell’alta
definizione e nelle infrastrutture di rete per videocomunicazione,
prima inesistente in Aethra.
Tutti si aspettano una esplosione del mercato del video a partire
dalla videoconferenza, uno dei punti di forza di Radvision come lo
era prima di Aethra. Se ne parla da tempo, ma l’esplosione non è
mai veramente avvenuta e persino le aziende che avevano comprato
vecchi apparati di videoconferenza hanno spesso finito per usarli
poco, se non nulla.
“È vero – ammette Bini – ma ora ci sono tutte le condizioni
perché la videoconferenza diventi effettivamente uno strumento per
tagliare i costi e fare crescere la produttività delle aziende. La
banda larga è più diffusa che in passato e, soprattutto, sono
cambiati gli appartati: sono decisamente meno costosi, molto più
facili da utilizzare, assai meglio definiti nell’immagine. Ormai
siamo al plug and play”. Un esempio? Un’icona sull’iPad: si
preme e l’applicazione mette immediatamente in videoconferenza
con il partner prescelto. Facile e all’avanguardia. “In
Radvision teniamo ad essere almeno un passo sempre più avanti
degli altri”, puntualizza Bini.