Mettere a disposizione di Expo 2015 la propria tecnologia significa, per Enel, creare la premessa per nuovi servizi (e quindi nuovi business) da abilitare nel momento in cui produttori, gestori e consumatori di energia diverranno consapevoli di ciò che si può fare oggi attraverso la rete di distribuzione elettrica. “Basti pensare a cos’è successo nel mercato degli smartphone e all’esplosione delle app una volta che si è affermato l’hardware”, spiega al Corriere delle Comunicazioni Anna Brogi, responsabile Qualità, sicurezza e ambiente di Enel distribuzione. “Sono nate applicazioni e usi del telefonino prima impensabili per il consumatore finale. Per la rete elettrica è lo stesso, solo che il riferimento, in questo caso, è il cittadino”.
Controllare, ottimizzare, persino prevedere l’evoluzione dei flussi energetici in un sistema che, con l’aumento della domanda e complice l’introduzione delle fonti rinnovabili, diventa sempre più complesso. Sono questi gli obiettivi delle PA di domani. Ma le applicazioni utili per l’individuo sono ancora tutte da scoprire. Ecco perché il gigante italiano dell’energia, official global partner di Expo 2015 con un investimento di 22 milioni di euro (15 per la realizzazione di smart grids e sette per l’illuminazione pubblica dell’area espositiva), mira a realizzare una vetrina di rilievo internazionale, un laboratorio a cielo aperto entro il quale convergeranno le esperienze e le sperimentazioni fatte negli ultimi anni tramite progetti pilota condotti su diverse aree urbane. Ma soprattutto Enel intende trasformare l’evento in uno showroom multimediale, all’interno del quale i visitatori si renderanno conto di quanto il futuro, almeno dal punto vista energetico, sia a portata di mano.Se la maggior parte delle componenti della smart grid (sette cabine di energia secondarie di trasformazione media tensione/bassa tensione per la fornitura di energia, 14 cabine per le aree di servizio e 50 cabine di consegna in media tensione per gli espositori) sarà visibile solo rispetto ai servizi che fornirà, la control room avrà invece una vocazione dichiaratamente espositiva e didattica. “Vogliamo raccontare anche gli aspetti di solito più difficili da mostrare: la parte tecnico-ingegneristica, i sistemi di telecontrollo, la telegestione del network e l’utilizzo delle rinnovabili, che oggi garantiscono un livello di sicurezza ed efficienza totale sia ai produttori, sia ai consumatori sia alla rete stessa – dice Brogi -. Attraverso i digital device sarà possibile accedere a informazioni e funzioni che a breve diverranno familiari anche nelle nostre case, a partire dalla visualizzazione e dall’analisi in real time dei dati relativi all’energia consumata o prodotta”.
È questa la nuova frontiera della distribuzione energetica. Ed è anche il primo passo per costruire sistemi predittivi che aiutino pubblico e privato a contrastare situazioni di picco, deficit o black out. La parola d’ordine, ancor più che analytics, è open data. “La sfida non è nella costruzione di software analitici, ma nella capacità di monitorare in tempo reale la rete e il comportamento dei consumatori con un raggio il più ampio possibile”, spiega la manager Enel. “È quanto abbiamo sperimentato a Cosenza, dove l’Urban control center ha permesso alla PA di gestire la programmazione urbanistica, non solo rispetto alla questione energetica, ma anche per esempio in tema di viabilità. Come? Incrociando i dati raccolti sulle performance della rete elettrica, sul consumo di energie rinnovabili, sullo sfruttamento di gas e acqua, e persino sulla produzione di rifiuti”. Naturalmente l’esperienza calabrese troverà applicazione anche in sede di Expo, dove ci sarà pure l’opportunità di misurare l’impatto che avrà la flotta di veicoli elettrici sull’impianto della cittadella.
Questa vision non potrebbe trovare riscontro nella realtà senza la collaborazione di altri partner tecnologici, fuori e dentro il sito espositivo. Ernesto Coppa, che in Enel gestisce la macroarea Nordovest della divisione Infrastrutture e reti, menziona Siemens e Telecom. “L’Expo è una grande occasione per realizzare grandi sinergie tra gestori di infrastrutture: parlare di smart grid senza integrazione tecnologica, specialmente tra distribuzione elettrica e comunicazioni, è pura miopia”. A Coppa abbiamo chiesto come procedono i lavori, e se il budget previsto, così come il cronoprogramma, è sotto controllo. “Lo stanziamento era stato ben studiato sulle specifiche esigenze della manifestazione – dice -, e non ha subito alcun cambiamento. Non abbiamo ritardi. Entro la fine dell’anno completeremo tutte le opere e avvieremo i primi collaudi”.