Facchinetti: “Col nostro smartphone faremo concorrenza ad Apple & co”

Niente punti vendita e zero campagne tradizionali: lo Stonex One si venderà solo via Internet. Il direttore creativo spiega la strategia dietro il device made in Italy. “Puntiamo a 20mila pezzi al mese”

Pubblicato il 03 Lug 2015

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Il conto alla rovescia è partito. Presto sarà ufficialmente in vendita lo Stonex One, lo smartphone italiano frutto di un progetto di Davide Erba (nella foto in basso) e Francesco Facchinetti.
Da deejay a showman, Facchinetti ha deciso di lanciarsi nell’avventura “mobile” e si dice convinto della buona riuscita del progetto. “Quando ho conosciuto Davide (attualmente il ceo di Stonex, ndr) ci siamo subito trovati in sintonia. Avevamo tante idee e abbiamo pian piano iniziato a svilupparle finché non abbiamo deciso di lanciarci nell’avventura di Stonex One”, racconta a CorCom Francesco Facchinetti, che ricopre il ruolo di direttore creativo. È lui che si occupa della filosofia, delle attività di marketing, del design e della “magia del progetto” – così a lui piace definire l’avventura.
Lo smartphone italiano fa capo a Stonex Smart, la divisione “intelligente” di Stonex, società italiana che offre design ricercato al giusto prezzo.


Facchinetti, il mercato degli smartphone è fatto da colossi come Apple e Samsung. Come contate di farvi strada in un contesto tanto competitivo?
Abbiamo deciso di distinguerci attraverso un’innovativa vision e un nuovo modello operativo. I giganti della telefonia mobile hanno strategie molto simili fra loro. Si pensi alla distribuzione, ma anche agli accordi con gli operatori di telcomunicazioni e persino ai prezzi dei telefonini. Apple e Samsung, i due grandi, sono di fatto allineati. Noi abbiamo deciso di offrire uno smartphone di fascia alta a un prezzo altamente competitivo: 299 euro. E possiamo permettercelo perché abbiamo puntato sulla disintermediazione totale: Stonex One sarà acquistabile esclusivamente online, almeno nella fase iniziale, attraverso il canale e-commerce e ciò ci consente di abbattere i costi di distribuzione. Inoltre abbiamo deciso di gestire tutta la campagna marketing e di comunicazione online. Tutti questi passaggi comportano dei margini importanti, che farebbero lievitare i costi di produzione.


E ciò cosa comporta?
Abbiamo risparmiato circa 400mila euro a fronte di piani marketing da mezzo milione di euro proposti al team da alcune media company. Non solo: riguardo alle campagne, mentre quelle tv e carta stampata non raggiungono gli utenti del web, quelle online sono pervasive a 360 gradi, ossia sono in grado di arrivare anche all’utenza fuori dalla Rete grazie alla forza del passaparola. Il mix fra zero distribuzione nei punti vendita fisici e niente campagne tradizionali ci ha consentito un risparmio di centinaia di migliaia di euro. Soldi che abbiamo investito sulla qualità del device: se avessimo seguito la strada “tradizionale” Stonex One avrebbe un costo di almeno 500 euro. E invece no! Dal processore alla foto-videocamera abbiamo il top di gamma, perché vogliamo rendere unica la customer experience. E soprattutto abbiamo puntato su un modello etico, per la prima volta nel mondo smartphone.


Un modello etico, cioè?
Abbiamo usato la Rete per diffondere alla nostra community le informazioni su tutta l’evoluzione del telefonino. Vogliamo che tutto sia trasparente, costi di produzione inclusi. Produrre Stonex One costa 275 euro, Iva inclusa, o meglio, 225 euro più Iva compresi i costi di produzione e la garanzia sui singoli componenti. Il nostro primo margine sarà quindi molto limitato, inferiore ai 25 euro, ma nonostante questo ci crediamo perché crediamo che il grande pubblico accoglierà bene il nostro smartphone e quindi puntiamo sui grandi numeri.


Dove viene prodotto lo smartphone?
In Cina naturalmente. E dico naturalmente perché la Cina è l’unico Paese al mondo in cui si può contare su tutta la filiera a portata di mano. All’interno di uno smartphone ci sono decide e decine di componenti: se si producesse al di fuori della Cina bisognerebbe fare i conti con i costi di spedizioni dei singoli pezzi, il che farebbe lievitare i prezzi all’utenza finale. Peraltro la produzione di uno smartphone è praticamente robotizzata quasi al 100%, quindi di certo non si sceglie la Cina per abbattere i costi di manodopera: di fatto l’attività umana si concentra sul controllo della catena di montaggio e per alcune operazioni di saldatura e assemblaggio. Il cuore della produzione è demandata alle macchine, dunque la questione della manodopera non si pone.


Quali sono gli obiettivi di vendita?
Al momento contiamo circa 20mila prenotazioni online, assolutamente non vincolanti, e a voler essere pessimisti stimiamo la conferma almeno dal 50% degli interessati. Dopodiché stimiamo la vendita di circa 20mila pezzi al mese. Fra l’altro stiamo sviluppando una serie di progetti collaterali, a partire dalla produzione delle cuffie ma anche legati al coinvolgimento della community. Abbiamo deciso di chiedere agli utenti del web che tipo di servizi e applicazioni vorrebbero trovare sullo Stonex One e abbiamo già ricevuto molti consigli e proposte interessanti. Il nostro smartphone è basato su un sistema operativo che ci permette di personalizzare il device come più ci piace.


Tutti questi progetti comportano investimenti in risorse umane. Come si compone la squadra di Stonex One?
Il team si compone ad oggi di una decina di persone compresi i collaboratori, ma la squadra è destinata a crescere di pari passo con l’evoluzione del progetto. Non escludiamo la messa in produzione di altri device a corredo dello smartphone e perché no anche oggetti tecnologici di nuova generazione.

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