la proposta

Fair share telco-big tech, Gasparri non molla: “Favorisce la concorrenza”



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Il senatore di Forza Italia presenta un emendamento al Ddl Concorrenza, nonostante la precedente bocciatura da parte della Camera per estraneità alla materia. “Supportare la condivisione degli imvestimenti nell’implementazione delle reti di comunicazione elettronica”. Il punto della situazione a Telco per l’Italia il 12 dicembre

Pubblicato il 11 dic 2024

Federica Meta

Giornalista



Gasparri

Gasparri non molla e rilancia sul fair share. Il senatore di Forza Italia ha presentato un emendamento al Ddl Concorrenza, adesso al vaglio di Palazzo Madama, per normare il contributo delle big tech agli investimenti alle reti di e neicomunicazione elettronica.

La proposta è stata presentata a un solo mese di distanza dalla bocciatura da parte della Camera di un emendamento simile, dichiarato “inammissibile per estraneità alla materia”.

L’emendamento Gasparri

L’emendamento 38.02 al Concorrenza prevede che “al fine di rispettare il principio di equa concorrenza e supportare la condivisione degli investimenti nell’implementazione delle reti di comunicazione elettronica”, agli operatori di rete sia riconosciuto il diritto a ricevere una contribuzione per l’utilizzo delle infrastrutture da parte di piattaforme online e motori di ricerca di dimensioni molto grandi, definiti tale dal Digital Services Act, e di gatekepeers come identificati dal Digital Markets Act. Si tratta, nello specifico, di big tech del calibro di Alphabet, Amazon (Google), Apple, ByteDance (TikTok), Meta, Microsoft.

“Il contributo è destinato a sostenere gli investimenti necessari per l’adeguamento delle reti di telecomunicazioni alla crescita del traffico dati e per l’implementazione di infrastrutture di nuova generazione nonché agli investimenti nella sicurezza delle reti e delle infrastrutture di comunicazione elettronica a tutela delle attività economiche nazionali di rilevanza strategica”, si spiega.

Il ruolo di Agcom e Mimit

Ad Agcom è assegnata la funzione di “arbitro” tra telco e big, prevedendo che l’Autorità avvii “un procedimento per l’individuazione dei criteri di riferimento per la determinazione dell’ammontare della contribuzione per l’utilizzo delle reti, tenendo conto, tra l’altro, delle previsioni di traffico, dei costi sostenuti per investimenti tecnologici e infrastrutturali da entrambe le parti e dei benefici economici derivanti, ad entrambe le parti, dalla fornitura dei servizi dei soggetti utilizzatori”.

Spetta invece al ministero per le Imprese ed il Made in Italy con un proprio regolamento stabilisce le regole di rendicontazione e vigilanza sulla realizzazione della destinazione.

Le previsioni di traffico

Le condizioni e di contribuzione per l’utilizzo delle reti sono invece compito di telco e big tech che devono stabilirle “nel rispetto del principio di leale collaborazione e non discriminazione”.

“Al fine di agevolare la negoziazione, entro il mese di settembre di ogni anno i soggetti utilizzatori comunicano a ciascun operatore di rete le previsioni di traffico, sia su rete mobile sia su rete fissa, che intendono sviluppare nell’anno successivo espresse in Terabyte inviati e ricevuti da e verso la rete dell’operatore di comunicazioni elettroniche- sottolinea l’emendamento – I soggetti utilizzatori potranno rivedere ogni semestre, con un trimestre di anticipo, le previsioni di traffico qualora quelle fornite dovessero risultare sottostimate anche a causa dell’evoluzione dei servizi e della tecnologia”.

I soggetti esclusi dalle norme

Eccezione per i media: sono infatti esclusi dalle norme fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici e concessionari radiofonici stabiliti in Italia ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, gli editori di testate giornalistiche online registrate presso il Tribunale di competenza, nonché tutto il traffico ascrivibile a tali soggetti”, si legge ancora.

Appuntamento a Telco per l’Italia il 12 dicembre

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