Porre l’accento sui servizi è senza dubbio una scelta necessaria per stimolare l’affermazione dell’Agenda digitale a partire dalla PA. Si tratta di uno spiraglio di luce nell’ambito di un processo che resta ancora caratterizzato da alcune ombre. Per esempio, purtroppo, parlare di Web tax o delle incertezze del ministero della Coesione per l’uso dei fondi europei, significa continuare ad accumulare ritardi. Quello delle reti di nuova generazione è un tema centrale che deve essere affrontato con decisione e tempestività. Senza sminuire l’importanza delle gare regionali degli ultimi mesi per la banda larga-ultra larga, ora credo che il governo debba concentrarsi maggiormente sul territorio e in particolare su quelle imprese che investono in nuove tecnologie. Lo strumento più idoneo è certamente il contributo diretto e/o l’incentivazione fiscale. E serve un segnale forte in questo senso se si vuole rilanciare in modo organico la competitività delle piccole e piccolissime iniziative imprenditoriali che da sempre garantiscono occupazione e preziosissimi punti di Pil in ciascuna regione.
Probabilmente stiamo sottovalutando quelle zone che ricadono freddamente sotto la definizione di “aree a fallimento di mercato” e che rischiano la desertificazione. Secondo i piani, la copertura spetterà alla tecnologia satellitare ma bisogna pensarci solo in un secondo momento, forse a fine 2014 o addirittura nel 2015. Eutelsat, invece, crede nella necessità di agire fin da subito per garantire a tutti, cittadini e imprese, pari opportunità. Ed è per questo motivo che, dopo l’accordo con Unioncamere, abbiamo siglato un protocollo d’intesa con Anci sempre con l’obiettivo di favorire l’accesso alla banda larga via satellite alle aziende che ne sono prive, anche attraverso l’impiego di incentivi economici sotto forma di voucher.