Il satellite può partecipare da protagonista all’innovazione italiana: ne è convinta Eutelsat, maggiore operatore satellitare europeo con la flotta Hot Bird che serve più di 120 milioni di abitazioni in Europa, Russia, Medio Oriente e Africa del nord. Il satellite si propone non solo come mezzo per la trasmissione tv o radiofonica, ma anche per la banda larga via satellite. Lo conferma Renato Farina, dal 2005 direttore generale di Skylogic, e ora anche Ad per l’Italia e Direttore del mercato italiano.
Quanto è strategica l’Italia per Eutelsat?
È il nostro primo mercato: è centrale sia in prospettiva di sviluppo commerciale che di innovazione. L’Italia sta vivendo una fase di cambiamento strutturale, politico ed economico. Tutti hanno capito che occorre fare uno sforzo per modernizzare il Paese e che l’adeguamento tecnologico va affrontato urgentemente. Il satellite può rivestire un ruolo importante per accelerare, non solo nella tv ma anche nel broadband collegato ai servizi per PA, imprese e cittadini.
I numeri della presenza italiana?
A Torino e Cagliari, con i teleporti di Skylogic, vantiamo due centri d’eccellenza tecnologica made in Italy che impiegano quasi 200 persone. Abbiamo investito finora circa 100 milioni di euro e continueremo a crescere, essendo Skylogic il centro di una rete paneuropea in costante espansione. Abbiamo una leadership assoluta in tutti i settori, non solo in quello tv, ma da anni anche in quello dei dati e del broadband satellitare.
Altri settori interessati?
I broadcaster hanno scoperto quanto sia utile ed economico il satellite per l’ottimizzazione delle reti: senza questa integrazione il Dtt non arriverebbe in molte aree d’Italia. Abbiamo aperto nuove frontiere con i servizi per il cinema digitale e il 3D; stiamo investendo su servizi innovativi che rappresenteranno un importante aiuto per le aziende interessate alla web tv e alla connect tv. Intanto, abbiamo potenziato la struttura romana per essere più vicini a clienti e partner.
Il satellite è uno strumento riservato a pochi, visto il suo costo?
Alcuni temono che non sia affidabile o utile per Internet, tanto che nei piani dedicati all’innovazione del nostro paese non è mai stato inserito seriamente. Questo è un pregiudizio che spesso noto anche in alcuni settori delle istituzioni. La tecnologia satellitare nel broadband ha fatto passi da gigante. Eutelsat ha lanciato Ka-Sat, il più grande e potente satellite dedicato ai servizi di connettività e permette performance comparabili o superiori all’Adsl terrestre con costi simili. Con Ka-Sat, la cui gestione è totalmente italiana con sede a Torino, siamo in grado di portare Internet veloce subito a tutti. Dateci il nome di una persona in isolamento digitale, in qualsiasi parte d’Italia e Eutelsat vi dimostrerà che in 48 ore può risolvere il problema. Non perché siamo più bravi, ma perché pensiamo che sia un errore pregiudiziale non pensare all’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili e alla loro integrazione come supporto all’innovazione e alla risoluzione del digital divide.
La nuova Agenda digitale?
Ora mi pare che le buone intenzioni ci siano, e anche le competenze per fare finalmente un buon lavoro. Superare il digital divide è una priorità alla base del futuro sviluppo dell’economia, una sfida da vincere tempestivamente. Finora si è perso tempo e lo Stato è rimasto indietro con lo sviluppo tecnologico delle infrastrutture di rete, ma gli italiani sono pronti. Nessun ente pubblico, impresa, studente, lavoratore o pensionato deve essere escluso: tutti devono essere messi in grado di partecipare all’innovazione. Il satellite può dare un grosso contributo a raggiungere l’obiettivo in tempi brevi e permette di ottenere grandi economie di scala, ricoprendo in alcune aree il ruolo di “avamposto digitale” in attesa di un piano di sviluppo delle reti terrestri che comunque non credo riusciranno mai a coprire interamente il paese e dare le dovute performance di servizio a tutti.