Per favorire lo sviluppo della banda larga in Italia occorre impiegare tutte le risorse tecnologiche a disposizione, compreso il satellite che offre una immediata capacità di accesso alla rete con costi estremamente competitivi.
Tanto a livello nazionale, quanto soprattutto a livello locale, questa costituisce la via maestra per realizzare le richieste che da tanto tempo ci arrivano dall’Europa, ma anche dalle nostre scuole e dalle nostre imprese per affrontare la sfida della competizione internazionale. L’obiettivo primario è evitare disparità e sprechi di risorse. Tuttavia, c’è da fare i conti con le difficili caratteristiche orografiche del territorio italiano. Quelle montagne e quelle vallate che in era analogica hanno reso difficile completare la copertura del segnale televisivo, oggi minacciano di allontanare il cittadino da una serie di servizi avanzati. Ed è per questo motivo che serve una concreta applicazione del principio della complementarietà delle tecnologie. Il satellite, come avvenuto sul fronte della Tv digitale, in certi contesti, costituisce l’unica scelta per assicurare connettività.
Quella connettività che ormai rappresenta il fattore abilitante del processo di trasformazione degli individui e che porta la promessa di incrementare posti di lavoro e punti di Pil. Per il satellite il digital divide è morto, nonostante sia ancora statisticamente significativo nel nostro Paese. Urge una strategia di governo delle risorse digitali, senza la quale continueremo ad agire in ordine sparso.