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Fastweb-Vodafone, via libera senza riserve dalla Commissione Ue



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Autorizzata l’acquisizione, ora manca il disco verde dell’Antitrust italiano che ha avviato un’indagine nei giorni scorsi. Swisscom conferma la timeline: il closing nel primo trimestre 2025

Pubblicato il 24 set 2024



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La Commissione europea ha dato il via libera all’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Fastweb. L’ok è arrivato ai sensi del Regolamento relativo alle sovvenzioni estere (Foreign Subsidies Regulation) e rappresenta un altro passo importante verso l’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari necessarie per la conclusione della transazione. Al momento manca il disco verde dell’Antitrust italiano, che ha avviato un’indagine nella prima decade di settembre.

L’evoluzione del dossier

A seguito del comunicato del 15 marzo 2024 in cui annunciava l’acquisizione di Vodafone Italia, Swisscom, a cui fa capo Fastweb, ha notificato la transazione alla Commissione europea, Direzione generale della Concorrenza. Ieri la Commissione europea ha annunciato che l’esame preliminare si è concluso e che la transazione può quindi essere completata senza riserve.

Nel complesso, l’acquisizione di Vodafone Italia procede conformemente ai tempi prestabiliti. Swisscom si è assicurata il finanziamento per il prezzo di acquisto di 8 miliardi di euro nel maggio 2024 e ha ricevuto il via libera incondizionato sia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano (legislazione sul golden power) che dalla Commissione federale svizzera della concorrenza.

L’indagine avviata dall’Antitrust italiano

Conformemente all’annuncio originale del 15 marzo, Swisscom prevede che la transazione si concluda nel primo trimestre del 2025. Ma, come detto, la transazione è tuttora soggetta ad altre autorizzazioni normative, tra cui quella dell’autorità Antitrust italiana, che l’11 settembre ha annunciato l’avvio di un’indagine approfondita (Fase II) sull’acquisizione ai sensi delle norme italiane in materia di controllo delle operazioni di concentrazione.

Secondo l’Antitrust “l’operazione appare suscettibile di ostacolare, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, della legge n. 287/1990, in modo significativo la concorrenza effettiva, in particolare a causa della costituzione o del rafforzamento di una posizione dominante, nei mercati dei servizi di accesso all’ingrosso di rete fissa, dei servizi al dettaglio di rete fissa per la clientela residenziale, dei servizi al dettaglio di rete fissa per la clientela aziendale e dei servizi al dettaglio di rete fissa per la pubblica amministrazione”.

Nel provvedimento sono analizzati nel dettaglio i singoli segmenti di mercato e per quel che riguarda i servizi business l’operazione “comporterà il venir meno della pressione competitiva esercitata attualmente da Vodafone – il terzo operatore di mercato – determinando la creazione di un duopolio composto da Tim e da Fastweb. La restante parte del mercato sarà servita da una frangia competitiva di operatori che servirà una domanda piuttosto residuale”.

E ancora: “L’operazione, pur non facendo venir meno l’attuale posizione di preminenza di Tim, comporterà il rafforzamento di Fastweb, che verrà a detenere una quota di mercato del 30-35% in valore e del 20 -25% in volume, con un incremento di quota rispettivamente del 10-15%. L’entità post-merger aumenterà quindi il proprio distacco dagli altri operatori minori presenti sul mercato. In particolare, la differenza di quota di mercato rispetto a Wind3 risulterà pari a 30-35 punti percentuali considerando le quote in valore, e di quasi 20-25 punti percentuali in termini di quote in volume”.

Ma Swisscom è ottimista: “Le indagini di Fase II non sono inusuali nel settore delle telecomunicazioni”, sottolinea la società in una nota, ritenendo che “l’operazione non leda la competitività” e precisando che il gruppo continuerà “a lavorare a stretto contatto e in modo costruttivo con l’autorità antitrust italiana per ottenere un’autorizzazione nei tempi previsti. Swisscom informerà opportunamente non appena ci saranno degli sviluppi significativi”.

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