IL PROCEDIMENTO

Fatturazione post-recesso, istruttoria Antitrust su quattro telco

Vodafone Italia, Fastweb, WindTre e Telecom Italia nel mirino per pratiche commerciali scorrette a danno di consumatori e microimprese. Unc e Codacons sul piede di guerra

Pubblicato il 24 Mag 2022

Hands holding smart phone with euro banknotes on grey background. Making money online

L’Antitrust italiano ha aperto una serie di istruttorie nei confronti di Vodafone Italia, Fastweb, WindTre e Telecom Italia per la fatturazione post-recesso e la doppia fatturazione post-recesso dei clienti. L’avviso per le quattro aziende delle telecomunicazioni arriva, si legge nel bollettino settimanale dell’Agcm, dopo un numero elevato di istanze pervenute.

Secondo l’Autorità le quattro aziende avrebbero “posto in essere una pratica commerciale scorretta a danno di consumatori e microimprese, continuando a emettere fatture per i servizi di telefonia mobile e/o fissa anche successivamente alla regolare comunicazione, da parte di consumatori e microimprese, della richiesta di cessazione del rapporto”.

Le pratiche scorrette contestate dall’Agcm

In particolare, le quattro telco, si legge nel bollettino dell’Agcm, avrebbere “continuato a emettere fatture, in seguito alla comunicazione della richiesta di cessazione del rapporto e di chiusura della linea, anche dopo solleciti e doglianze da parte di consumatori e microimprese al Professionista, omettendo così di chiudere il relativo contratto (fatturazione post-recesso)”.

Inoltre, la medesima condotta sarebbe stata adottata da Vodafone Italia, Fastweb, WindTre e Telecom Italia “in seguito all’avvenuta migrazione della numerazione di telefonia fissa e/o mobile, dando atto quindi ad una doppia fatturazione a carico dell’utente, cui viene richiesto di pagare le fatture del nuovo e del vecchio operatore, anche ostacolando la chiusura del rapporto contrattuale in quanto operatore cd. donating (doppia fatturazione post-recesso)”.

L’Unc attacca la legge sulla concorrenza

“Un fatto gravissimo, che limita la concorrenza, basata sulla mobilità del consumatore. Purtroppo manca la volontà di ostacolare lo strapotere delle compagnie telefoniche. Quando anche scattano le multe, sono irrisorie, vengono impugnate al Tar e al Consiglio di Stato e poi, come sulle bollette da 28 giorni, le sentenze non sono rispettate, nel silenzio generale”. Ha commentato così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, il procedimento dell’Antitrust nei confronti di Vodafone Italia, Fastweb, WindTre e Telecom Italia per le fatture post-recesso.

Ora i politici in modo bipartisan intendono persino ridurre le multe dell’Antitrust, già ridicole. Quanto alla legge sulla concorrenza è la peggiore possibile immaginabile. Un’occasione persa che avrebbe potuto abolire le spese di recesso, come da noi proposto e invece non contiene nemmeno un comma per aiutare le famiglie”, ha proseguito Dona.

Il Codacons prono all’azione collettiva

“Il Codacons interverrà nel procedimento dell’Antitrust a tutela di tutti gli utenti italiani della telefonia: la pratica di emettere fatture anche dopo il recesso esercitato dai consumatori rappresenta un danno economico enorme per gli utenti, costretti a pagare somme di denaro a causa degli ostacoli posti dalle compagnie alla cessazione dei contratti”, ha affermato il Codacons.

L’associazione dei consumatori ha indicato che se, “se saranno accertate dall’Antitrust condotte illecite, avvieremo una azione collettiva finalizzata a far ottenere ai consumatori la restituzione delle somme pagate per fatture emesse dopo la formale richiesta di chiusura dei contratti”.

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