“E’ in corso una diatriba fra gli operatori che stanno investendo nel settore delle telecomunicazioni e della fibra ottica, e la situazione conseguente di stallo deve essere sbloccata a livello istituzionale”. Partendo da questa premessa, con una risoluzione presentata alla Commissione Trasporti e Tlc della Camera a firma del deputato leghista Jonny Crosio, la Lega Nord chiede una cabina ministeriale di regia che coinvolga i soggetti interessati a “una programmazione seria e celere per lo sviluppo della rete in fibra ottica”
Il documento impegna Lega impegna il Governo a farsi promotore di un tavolo di concertazione “allo scopo – si legge – di arrivare a una soluzione condivisa volta a massimizzare le potenzialità dei servizi di banda ultralarga e a supportare i nuovi servizi del futuro in forma integrata”.
“La Cassa depositi e prestiti, partecipata al 70 per cento dal Tesoro e beneficiaria della garanzia pubblica sul risparmio postale, sta portando avanti un progetto con Metroweb a fianco del Fondo F2i per lo sviluppo della rete in fibra ottica, con l’obiettivo di portarla all’interno delle case dei cittadini delle 30 principali città italiane, utilizzando la tecnologia Ftth ( Fiber to the home) – ricorda Crosio – Da parte sua, Telecom sta pianificando investimenti sullo sviluppo della banda larga per due miliardi di euro per portare la fibra a ridosso delle case degli utenti, utilizzando la tecnologia Fttc ( Fiber to the cabinet), puntando a usare la rete in rame che termina nelle case/aziende”.
“Metroweb dovrebbe portare avanti il progetto entro il 2015 grazie all’apporto determinante della Cassa depositi e prestiti, diventando quindi un concorrente di Telecom sulla cosiddetta rete Ngn (next generation network) ad alta velocità, debellando così il monopolio sull’ultimo miglio.
Telecom, d’altra parte, sostiene la superiorità del proprio progetto per l’abbattimento dei costi e la tempistica più rapida, assicurando entro il 2014 la presenza in almeno 100 città”.
A livello europeo la Lega ricorda che “gli investimenti europei per le reti ultraveloci, che dovrebbero coprire circa la metà del continente con una navigazione a 100 megabit, ammontano a circa 270 miliardi di euro; ma l’Unione europea – affermaCrosio – ha ribadito negli ultimi giorni che l’impiego di fondi pubblici deve essere complementare, e non sostitutivo, rispetto a quello dei privati”.
La risoluzione osserva inoltre che su un universo di circa un milione di piccole e medie imprese, circa 300 mila sono dislocate in aree che necessitano di banda ultralarga; di queste, centomila si trovano in aree con la più elevata priorità, in quando corrispondenti a zone ad alta densità aziendale. “E quindi sviluppare moderne infrastrutture di nuova generazione, con un’alta capacità di trasmissione nelle suddette aree – spiega ancora Crosio – renderebbe possibile l’interconnessione di tutte le 100 mila aziende in aree con una maggiore priorità mediante una infrastruttura di rete di nuova generazione a banda ultra larga”.
“L’Italia ha firmato un impegno europeo assicurando la diffusione della banda larga sull’intero territorio nazionale entro il 2013 e con una connessione generalizzata in banda ultralarga, cioè 50-100 megabit entro il 2020. L’obiettivo di raggiungere il 100 per cento della popolazione con 100 megabit è sicuramente molto ambizioso, ma forse – conclude il parlamentare della Lega -anche dei valori di molto inferiori potrebbero soddisfare le esigenze del nostro Paese”.