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Fibra ottica, l’Ftth di Open Fiber punta su prestazioni e sostenibilità 

La vision della società wholesale only: scambio di dati sempre più essenziale per il lavoro, l’intrattenimento, la sicurezza, i servizi in cloud, la telemedicina e i rapporti cittadini-PA. Con la massima attenzione per le ricadute in termini ambientali, sociali ed economiche 

Pubblicato il 24 Ago 2023

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Lo scambio di dati è diventato sempre più importante ed essenziale per svolgere molte delle attività che caratterizzano la nostra quotidianità: dal lavoro all’intrattenimento, dalla sicurezza ai servizi in cluod, dalla telemedicina al dialogo tra cittadini e pubblica amministrazione. Per questo le reti su cui viaggiano i dati rappresentano un asset imprescindibile per l’Italia.  

In questi anni nel nostro Paese si è visto un incremento dei servizi in fibra ottica e quindi una crescita delle infrastrutture di rete ultra-performanti. Uno scatto tecnologico dovuto per la maggior parte ad Open Fiber che con la sua infrastruttura vanta la terza posizione in Europa per unità immobiliari (Ui) rilegate in Ftth (Fiber To The Home), la fibra che arriva fin dentro casa. L’azienda wholesale only ha raggiunto 13,8 milioni di unità immobiliari in Ftth e ha aperto la vendibilità dei propri servizi agli operatori retail in oltre 4.000 comuni. 

La rete di accesso: rame vs fibra 

Per rete di accesso si intende la porzione di rete che parte da casa dell’utente e arriva alla prima centrale dell’operatore. Questo rilegamento in passato era realizzato in rame, tuttavia la rete risultava poco stabile, lenta e non sempre affidabile. Oggi la realizzazione dei link in rame risulta essere obsoleta perché superata in qualità e performance dai collegamenti in fibra ottica. In particolare, oltre a velocità maggiori di trasferimento dati, la rete in fibra ottica può garantire le stesse velocità in download e in upload, parliamo quindi di rete simmetrica, caratteristica fondamentale ad esempio per video conferenze di elevata qualità in cui è importante tanto ricevere il segnale in entrata in maniera fluida quanto inviare i propri dati verso la centrale a cui si è connessi. 

I vantaggi della fibra ottica rispetto al rame sono chiari anche osservando l’andamento del mercato che, come sottolineato nell’ultimo documento rilasciato dall’Osservatorio Agcom, vede un calo del 4,8% delle linee in rame e un aumento degli utenti del 4,4% sulle reti Ftth rispetto allo stesso periodo del 2022.

Oltre agli innegabili vantaggi nelle performance, le reti in fibra sono anche molto più sostenibili in termini di consumo energetico in quanto gli apparati attivi si trovano solo ai bordi della rete, cioè nelle centrali e a casa dell’utente, e non hanno bisogno di armadietti stradali elettrificati per rilanciare il segnale come accade per le reti di accesso in rame.  

Altra caratteristica delle reti in fibra ottica risiede nella loro scalabilità. È possibile intervenire sulla rete cambiando semplicemente gli apparati nelle centrali e a casa del cliente per garantire performance sempre più elevate. Se fino a poco tempo la rete in fibra portava a casa degli utenti una velocità 1 Giga per secondo (Gbps), grazie all’evoluzione della tecnologia è già possibile avere una connettività fino a 10 Gbps.  

La rete di trasporto 

La rete di trasporto o backbone di Open Fiber è la più estesa di tipologia Eon (Elastic Optical Network) in Italia: un’infrastruttura con apparati di ultima generazione, in grado di interconnettere l’Italia da Nord a Sud e di collegare la rete di accesso e trasportare il traffico instradandolo verso i maggiori punti di scambio nazionali.

La dorsale in fibra ottica di Open Fiber, Zion, durante dei test eseguiti nel 2020 ha raggiunto con successo la velocità di 800 Gigabit per secondo (Gbps) per canale ottico. Il risultato registrato sul backbone nazionale segna un nuovo record dell’azienda che ha raggiunto per prima in Italia tale velocità.

Questo traguardo, che si aggiunge a quello registrato sui 600 Gbps, permette alla rete di trasporto ottica di Open Fiber di scalare la capacità fino a 48 Terabit per singola fibra, che è il valore più alto dell’industry mondiale.

Una sfida sostenibile 

La sostenibilità è uno degli elementi chiave di Open Fiber, nella sua triplice accezione ambientale, economica e sociale. Siamo ormai in fase avanzata di completamento del piano Bul, che prevede la copertura in Ftth di circa 6.200 comuni che erano sostanzialmente tagliati fuori dalla possibilità di accedere ai servizi digitali, perché poco remunerativi per gli operatori.  

Grazie alla rete in fibra ottica realizzata da Open Fiber, le zone rurali e interne, posti spesso bellissime e con un’elevata qualità della vita, possono finalmente colmare il divario digitale con le grandi città e navigare alla stessa velocità di connessione di Roma o di Bari.  

Rispetto alle vecchie reti in rame, la fibra ottica emette quantità minime di CO2 e richiede minore consumo di energia, oltre ad abilitare una serie di attività da remoto che consentono di ridurre l’impatto ambientale, avere un uso più razionale del suolo e ai cittadini di risparmiare tempo e denaro.  

La transizione digitale serve ad abilitare la decarbonizzazione, tanto che proprio l’UE parla esplicitamente di “decarbonizzazione digitale”: le reti di Tlc come abilitatori per raggiungere gli obiettivi del Green Deal per il clima e l’ambiente. Oltre alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, la fibra ottica ha anche un impatto sulla sostenibilità energetica: studi internazionali riportano come una rete di accesso in fibra ottica consumi oltre l’80% in meno di una in rame. In una congiuntura internazionale come quella in cui viviamo, consumare meno significa utilizzare meglio le risorse che scarseggiano.  

Open Fiber ha poi intrapreso nel 2023 un percorso per approvare ed emettere entro fine anno un Net Zero Plan che fisserà obiettivi di riduzione delle emissioni “basati sulla scienza”, aderendo all’ambiziosa iniziativa Science Based Target per la quale sottoscriveremo commitment nei prossimi mesi. Questo è un impegno concreto di OF a contribuire in maniera diretta alla decarbonizzazione, un impegno che è in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che punta a proseguire gli sforzi per limitare l’aumento massimo della temperatura a 1,5°C. 

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