REGOLE

Di fibra ce n’è una sola: stop agli spot ingannevoli. Arriva il bollino Agcom

Gli operatori dovranno attenersi a nuove regole: si potrà usare il termine “fibra” solo in caso di tecnologia Ftth o Fttb. Nelle comunicazioni con il cliente simboli differenziati per evitare misunderstanding

Pubblicato il 13 Lug 2018

fibra-ottica

Si può chiamare “fibra” solo se arriva fin dentro casa o fin dentro il condominio. Quindi niente spot e contratti che pubblicizzano la “fibra” se non risponde a queste caratteristiche. Lo stabilisce il Consiglio Agcom con un provvedimento che definisce le modalità con cui gli operatori dovranno d’ora in poi comunicare le caratteristiche “delle diverse tipologie di infrastruttura fisica utilizzate per l’erogazione dei servizi di connettività”: e questo in ottemperanza al decreto legge n.148 del 16 ottobre 2017.

Agcom mette così un punto alla serie di irregolarità riscontrate finora e che hanno portato a una serie di sanzioni nei confronti dei principali operatori italiani.

Il provvedimento, relatore Antonio Nicita, stabilisce che gli operatori che forniscono questi servizi tramite connessione fissa dovranno garantire, sia nei messaggi pubblicitari sia nelle comunicazioni commerciali e contrattuali, piena trasparenza nella presentazione delle infrastrutture fisiche sulle quali sono forniti i servizi.

In particolare, gli operatori potranno usare il termine “fibra” (e affiancarvi aggettivi superlativi o accrescitivi), senza ulteriori precisazioni tecniche, solo se l’infrastruttura sottostante sia costituita esclusivamente da una rete di accesso in fibra, almeno nei collegamenti orizzontali fino all’edificio (FTTB) o fino all’unità immobiliare dell’utente (FTTH).

Nei casi in cui la fibra invece arrivi soltanto fino a nodi intermedi, come l’armadio di strada (FTTC, Fiber To The Cabinet) o la stazione radio base (FWA, Fixed Wireless Access), gli operatori non potranno usare la denominazione “fibra” se non affiancata alla dicitura “su rete mista rame” o “su rete mista radio”, presentandola in ogni caso in termini di uguale leggibilità o udibilità.

Nei casi in cui l’infrastruttura sottostante non preveda l’utilizzo di fibra o comunque non abiliti la fruizione di servizi a banda ultralarga non potranno in alcun caso utilizzare il termine ”fibra”.

Non basta: l’Autorità ha stabilito anche gli obblighi informativi di dettaglio a cui gli operatori dovranno attenersi da ora in poi nella comunicazione con i clienti.

Nei canali commerciali mirati, gli operatori dovranno fornire al cliente una descrizione più approfondita che aggiunga alla descrizione della specifica architettura di rete anche il tipo di tecnologia impiegata, prevedendo inoltre la possibilità per gli utenti di verificare la velocità di navigazione e la latenza del servizio offerto in upload e download.

Per i messaggi pubblicitari e alle comunicazioni commerciali al pubblico, gli operatori dovranno integrare le comunicazioni con specifici simboli mirati  a segnalare, in maniera semplificata, il tipo di infrastruttura utilizzato.

Con il colore verde e la denominazione “F” sottotitolata “fibra” si dovranno indicare le infrastrutture con la fibra fino all’unità immobiliare o all’edificio. Con il colore giallo e la denominazione “FR”, sottotitolata  “fibra mista rame”  o “fibra mista radio”, le altre architetture con fibra solo fino a nodi intermedi abilitanti connessioni a banda ultralarga. Il colore rosso e le diciture “R”, sottotitolata “rame” o “radio”, per tutte le altre architetture che non prevedono fibra nella rete d’accesso e/o che comunque non abilitano l’utilizzo di servizi a banda ultralarga.

L’utilizzo dei simboli viene avviato, in via sperimentale, per un periodo compreso tra l’entrata in vigore del provvedimento fino al 31 dicembre 2018.

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