Per Telecom Italia è l’ora di svegliarsi, ''mettere da
parte le tendenze da monopolista e unirsi al consorzio''
degli Olo per costruire la rete di nuova generazione. Attraverso un
articolo del suo columnist, Paul Betts, il Financial Times si
schiera a favore del progetto, lanciato dai concorrenti di Telecom,
cui Telecom rifiuta di aderire.
Betts critica la scelta di Telecom di andare per la sua strada e
puntare, per la creazione della rete di nuova generazione, sulla
tecnologia Gpon (gigabyte passive optical network) perché
''creerebbe una rete chiusa'' e
''rappresenterebbe un significativo passo indietro anche
dagli attuali accordi in base ai quali Telecom Italia è stata
costretta a fornire ai concorrenti accesso fisico ai suoi vecchi
scambi, conosciuti come 'local loop unbundling'' (la
parte della rete che conduce nelle case dei clienti e che Telecom
deve affittare agli operatori). “Il sogno di Telecom Italia –
aggiunge Betts – è apparentemente quello di una nuova rete che
lascerebbe la competizione alla sua mercé e che farebbe
affidamento sul regolatore italiano per assicurare una competizione
equa”.
Betts parla dell'incontro tra gli operatori alternativi e il
commissario Neelie Kroes per presentare la tecnologia con cui
vorrebbero costruire la rete, la P2P (Point-to-Point), una
tecnologia che consentirebbe ''a tutti gli operatori di
accedere direttamente al cliente finale''. Secondo il
Financial Times si tratta di ''musica per le orecchie della
Kroes'' che tuttavia ''si deve muovere su una linea
stretta''. Da un lato il commissario ''non vuole
essere vista come una persona che impone scelte tecnologiche dal
centro'' ma ''la facilità e la trasparenza di
'unbundling' che P2P consente la rende una buona
soluzione'' nel caso in cui la Kroes sia
''desiderosa di evitare un'altra guerra di attriti con
gli ex-monopolisti che cercano di ricreare una presa sul cuore
della rete''.