L’analisi

Fine della storia gloriosa delle Tlc? Dipende



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Strand Consult mette nero su bianco le questioni da affrontare per tentare il recupero della redditività in una fase di profonda crisi. Gli investimenti dovranno essere rimodulati tenendo conto della sostenibilità del business e delle richieste del mercato. Il 12 dicembre a Telco per l’Italia il punto della situazione

Pubblicato il 18 nov 2024



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L’industria delle tlc europea potrebbe trovarsi in una nuova fase che alcuni analisti definiscono come “Fine della storia delle telecomunicazioni“: un’era in cui l’apparente crescita esponenziale, la spesa di capitale (capex) ad alta intensità e la crescita illimitata del traffico dati non definiscono più l’andamento del settore. Già i trend di spesa del 2023 rispetto agli anni precedenti hanno segnalato che alcune società di telecomunicazione europee hanno iniziato a ridimensionare il capex, principalmente a causa di un panorama infrastrutturale sovradimensionato e sottoutilizzato, elevati costi di capitale, una decelerazione della crescita dei dati e dinamiche di spesa cicliche che di solito si osservano dopo l’implementazione di nuove tecnologie (come 5G e fibra).

Per alcuni analisti questo è un segno di un persistente declino futuro di capex e della fine di un’era, quella dei grandi investimenti da parte delle telco. Tuttavia, secondo Strand Consult, è anche possibile affermare che il graduale allontanamento dal capex ad alta intensità e dalla crescita esponenziale dei dati sia segno di un settore che matura, dove le società delle telecomunicazioni adottano approcci più strategici agli investimenti, concentrandosi sull’efficienza della rete, sulla sicurezza e su attività operazioni che non gravano sui costi. Il futuro capex delle telco sarà quindi caratterizzato da investimenti mirati volti a mantenere e ottimizzare le reti esistenti piuttosto che perseguire una crescita perpetua. Anche se il settore potrebbe non abbandonare mai completamente i progetti ad alta intensità di capitale, l’enfasi potrebbe spostarsi verso investimenti sostenibili e attentamente gestiti che si allineano con le richieste del mercato e parametri finanziari più conservativi.

La fine di un’era per le telco: gli investimenti hanno un limite

Diversi fattori hanno definito gli andamenti del capex delle telecomunicazioni nell’Europa occidentale negli ultimi anni. Tra il 2017 e il 2023, i livelli di capex sono aumentati in modo significativo per sostenere il lancio delle reti 5G e delle infrastrutture in fibra, raggiungendo un picco di 51 miliardi di euro nel 2022. Tuttavia, il capex è diminuito nel 2023 quando gli operatori hanno iniziato a mettere in discussione la sostenibilità degli alti livelli di spesa visto il rallentamento della crescita del traffico dati (prevista a 0% nei prossimi 5-10 anni), le condizioni finanziarie difficili e un interesse limitato per la prossima generazione di connettività, il 6G. Questo calo ha portato alcuni gli analisti di Analysys Mason a prevedere una fine dell’era in cui le telco avevano un capex elevato, suggerendo che è improbabile che le società di telecomunicazioni tornino ai loro precedenti livelli di investimento. Questo cambiamento è in parte influenzato da fattori economici come l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse, che hanno fatto crescere il costo del capitale e reso i progetti su larga scala più costosi e rischiosi. Nel frattempo, la domanda di connettività ad alta velocità sembra stabilizzarsi, sollevando domande sui futuri investimenti di rete.

Questo rallentamento ha scatenato dibattiti sulla “fine della crescita del traffico dati” perché gli osservatori del settore si chiedono se il consumo di dati possa continuare a crescere in un’epoca in cui la maggior parte della popolazione e degli oggetti ha già accesso a Internet ad alta velocità. Tuttavia, secondo Strand Consult, anche se i dati si avviano a un percorso di crescita nullo, occorreranno più di 5 anni se non dieci per raggiungere lo 0% e c’è ancora spazio per una crescita del traffico dati, il che richiederà investimenti da parte delle telco.

C’è spazio per una nuova crescita del traffico dati

Nel 2023 la domanda di dati dell’Europa occidentale ha raggiunto 11 Exabyte (Eb) al mese, che, sebbene elevata, rimane significativamente al di sotto della capacità totale della rete. Ad esempio, l’infrastruttura mobile esistente potrebbe teoricamente supportare 130 Eb al mese, quasi 12 volte la domanda. Questa capacità in eccesso implica che gli operatori hanno investito più di quanto la domanda attuale richieda. Di conseguenza, ci si aspetta che il capex si allontani dal trend di espansione e che le telco scelgano l’ottimizzazione e l’efficienza, enfatizzando una gestione della rete più intelligente rispetto all’espansione costante.

Tuttavia, anche se la crescita del traffico di rete globale mostra segni di decelerazione, i servizi e le applicazioni emergenti ad alta intensità di dati, come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la realtà virtuale, possono guidare in modo significativo la domanda di traffico aggiuntivo. Secondo le proiezioni di Nokia, le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, insieme alla crescente adozione di tecnologie immersive, dovrebbero aggiungere un sostanziale flusso di dati sia tra le reti consumer che quelle aziendali. Ad esempio, si prevede che il traffico di intelligenza artificiale dei consumatori, che comprende applicazioni come l’intelligenza artificiale generativa, i media immersivi e le esperienze Xr basate su cloud, crescerà a un tasso di crescita annuale composto del 51%, mentre il traffico di intelligenza artificiale aziendale aumenterà a un Cagr del 57%, illustrando il possibile ruolo di queste tecnologie nel guidare la domanda di reti ad alte prestazioni.

Un altro fattore importante nella recente riduzione del capex è il ruolo del consolidamento del mercato: nell’immediato la fusione di due società riduce la spesa per il capex poiché le aziende ritardano gli investimenti durante le approvazioni delle fusioni e le fasi iniziali di integrazione. Tuttavia, una volta finalizzate le fusioni, il capex in genere aumenta di nuovo man mano che le nuove entità consolidano le infrastrutture, aggiornano i sistemi e integrano le operazioni per realizzare i vantaggi della loro unione. Tali sforzi di integrazione richiedono investimenti sostanziali per ottenere sinergie operative, migliorare le prestazioni della rete e garantire un vantaggio competitivo, compensando la riduzione iniziale del capex. Poiché l’attività di consolidamento dovrebbe continuare in Europa, osserva Strand Consult, le tendenze del capex associate probabilmente rifletteranno questo andamento: un calo temporaneo seguito da un aumento graduale.

Il ruolo della sicurezza sulla pianificazione del capex

Anche le considerazioni sulla sicurezza hanno introdotto nuove sfide (e opportunità) per la pianificazione del capex. Negli ultimi anni, le società di telecomunicazioni europee hanno dovuto affrontare una crescente pressione per sostituire i fornitori ad alto rischio provenienti da paesi non Ue, sostanzialmente Huawei e Zte. L’Unione Europea, con il suo “The EU toolbox for 5G security”, ha attivamente spinto per rimuovere le infrastrutture di origine cinese dalle aree critiche, in particolare dalle reti 5G. In risposta, gli operatori di telecomunicazioni hanno agito in maniera duplice, alcuni affrettandosi ad adempiere agli obblighi, altri ritardando la sostituzione delle attrezzature cinesi.

Tuttavia, non ci sono prove chiare che gli operatori che hanno immediatamente eliminato le attrezzature di telecomunicazione cinesi (core per la maggior parte e Ran per alcuni) abbiano subito aumenti sostanziali della loro spesa in capitale mentre sono passati al 5G, perché i fornitori non cinesi conformi alle linee guida europee sul 5G, come Ericsson, Nokia e Samsung, hanno fornito sconti sostanziali alle telco, conquistando quote di mercato 5G (e 4G) e spingendo Huawei fuori dal mercato.

Secondo Strand Consult, è possibile che il divieto sui fornitori ad alto rischio venga esteso all’infrastruttura di rete a banda larga fissa.

Sostenibilità, imperativo per la spesa di capitale delle telco

In conclusione gli operatori sono sempre più concentrati sull’ottimizzazione della rete esistente piuttosto che sull’espansione della capacità, soprattutto perché le esigenze di banda larga ad alta velocità della maggior parte dei consumatori sono già soddisfatte.

Inoltre, il capex sta passando dagli investimenti hardware tradizionali alle soluzioni incentrate sul software. I cambiamenti delle pratiche contabili, come l’adozione di Ifrs16, hanno portato alla riclassificazione delle spese di leasing come capex, influenzando così le metriche finanziarie riportate. Anche gli spin-off delle torri cellulari, le migrazioni cloud e l’adozione di software-defined networking stanno rimodellando il panorama capex. Molti operatori di telecomunicazioni ora affittano torri cellulari e data center invece di possederli, il che riduce il capex diretto aumentando le spese operative (opex). Questo cambiamento riflette una tendenza più ampia del settore in cui le telecomunicazioni si affidano sempre più alle spese operative per soddisfare le esigenze infrastrutturali.

Un altro elemento da considerare è che molti operatori europei stanno adottando nuove strategie che rendono necessario preservare la sostenibilità finanziaria complessiva. Impegnandosi a pagamenti stabili dei dividendi e alla gestione del debito, infatti, le telco devono allocare attentamente le risorse per garantire che il capex non metta a dura prova eccessivamente la loro posizione finanziaria o limiti i rendimenti degli azionisti. Ciò spesso si traduce nella definizione di priorità nei progetti: quelli critici vengono portati avanti, mentre vengono ritardati quelli meno urgenti, specialmente quando i tassi di interesse e i costi del capitale sono elevati.

Il 12 dicembre Telco per l’Italia

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