TELEMARKETING

Fondazione Bordoni: “Registro delle opposizioni in linea con Europa”

La Fub risponde alle critiche della Cnu: “Il sistema di opt out telefonico adottato anche da altri paesi europei”. E rilancia: “Maggiori garanzie per gli utenti”

Pubblicato il 03 Ago 2012

La Fondazione Ugo Bordoni scende in campo per difendere il Registro pubblico delle opposizioni, il cui funzionamento è stato criticato da Cnu (Consiglio nazionale degli utenti).

“In merito alle dichiarazioni diffuse da Cnu riguardo al Registro pubblico delle opposizioni, la Fondazione Ugo Bordoni, in qualità di gestore del servizio, si sente in obbligo di ricordare che l’istituzione del Registro – sottolinea la Fub – ha permesso la chiusura del procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia avviato dalla Commissione europea nel 2010 per l’utilizzo da parte di alcune società di telemarketing di banche dati raccolte senza il consenso degli interessati. Il Registro pubblico delle opposizioni ha consentito al nostro Paese di adeguarsi alla direttiva europea in materia di privacy e comunicazioni elettroniche (2002/58/CE – art. 13 comma 3). L’adozione del sistema “opt out(quel sistema, cioè, in cui l’utente deve attivarsi per rifiutare le chiamate promozionali) ha garantito ai cittadini italiani, la cui utenza è presente negli elenchi telefonici pubblici, la certezza di non ricevere chiamate pubblicitarie non richieste e la possibilità di decidere in che misura tutelare il trattamento dei propri dati personali”.

L’Italia non rappresenta un caso isolato: il sistema di opt out telefonico è stato adottato anche da altri paesi europei, tra cui Regno Unito, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Danimarca e Finlandia. Il Registro pubblico delle opposizioni si pone come un punto di equilibrio tra le esigenze degli abbonati agli elenchi telefonici pubblici, che non vogliono essere contattati, e quelle delle imprese, che in uno scenario di maggiore chiarezza e concorrenza possono utilizzare con più efficacia gli strumenti del telemarketing. La nuova normativa, pertanto, ha inteso offrire maggiore trasparenza nel settore e uno strumento concreto di tutela del cittadino, che può scegliere di non esporsi a campagne di telemarketing iscrivendosi al nuovo servizio gratuito.

“La gestione del Registro pubblico delle opposizioni è stata affidata tramite contratto di servizio dal Ministero dello sviluppo economico alla Fondazione Ugo Bordoni, la quale ha rigorosamente progettato e implementato il sistema secondo le modalità e i termini stabiliti dal D.P.R. 178/2010 – ricorda la nota – Il Ministero dello sviluppo economico ha individuato la Fondazione per l’istituzione e la gestione del Registro per un complesso di ragioni: innanzitutto era opportuno affidarsi a un “soggetto terzo che avrebbe soddisfatto esigenze di interesse generale aventi carattere non industriale o commerciali” e che in 90 giorni ha realizzato il servizio; inoltre la Fondazione è sottoposta alla vigilanza del Ministero dello sviluppo economico e a ulteriore forma di vigilanza attraverso il riferimento al Governo e alle competenti commissioni parlamentari sul lavoro svolto; infine “costituisce un centro di alta competenza in grado di affrontare in modo coordinato e interdisciplinare le questioni della progettazione di protocolli ad elevata sicurezza per la gestione di infrastrutture critiche, dell’analisi dei mercati, dell’analisi e validazione della qualità del servizio e dell’analisi dei dati”.

E se il ministero esercita la vigilanza sul corretto funzionamento del regsitro, anche il Garante Privacy può intervenire per controllare il corretto trattamento dei dati.

Dall’inizio dell’ attività del Registro la Fondazione ha iscritto oltre un milione di utenze (su circa 15.000.000 presenti negli elenchi telefonici pubblici) attraverso i canali messi a disposizione: numero verde (con il risponditore automatico e la possibilità di assistenza da parte degli operatori dell’apposito contact-center), web-form, email, fax e raccomandata. Si fa presente che, al fine di tutelare maggiormente gli abbonati, solo l’Italia ha predisposto cinque modalità di iscrizione al Registro, mentre gli altri paesi che adottano simili strumenti offrono per l’iscrizione unicamente il canale web, raramente associato a quello telefonico. Attualmente si registrano in media circa 2.000 iscrizioni al giorno, a fronte del periodo di picco – corrispondente alla campagna informativa condotta nei primi sei mesi di attività del Registro – in cui venivano iscritti quotidianamente 8.000-10.000 abbonati.

Sul sito del Registro pubblico delle opposizioni è possibile monitorare dettagliatamente l’andamento delle iscrizioni da parte degli abbonati attraverso i report mensili predisposti dalla Fondazione Ugo Bordoni, in un’ottica di trasparenza verso le istituzioni e le associazioni dei consumatori (anche questo servizio non viene offerto da nessun altro paese che abbia strumenti analoghi al Registro).

Per quanto riguarda gli operatori di telemarketing, attualmente il Registro è utilizzato da oltre 400 operatori iscritti, che prima di iniziare una campagna pubblicitaria via telefono sottopongono al gestore del servizio le liste dei numeri che intendono contattare dalle quali la Fondazione elimina le utenze dei cittadini che hanno manifestato il diritto di opposizione alle chiamate promozionali. La Fondazione ha sempre restituito le liste nei tempi stabiliti dalla normativa (entro 24 ore dalla richiesta), con un tempo medio di risposta stimato in 15 minuti.

“Da quando il Registro è entrato in funzione, il Gestore del Registro pubblico delle opposizioni è stato un punto di riferimento per gli utenti che lamentavano chiamate telefoniche commerciali indesiderate – dice la Fub – Per accrescere la conoscenza della nuova normativa e chiarire alcuni dubbi ricorrenti tra i cittadini, la Fondazione ha istituito autonomamente un servizio di Help desk – che finora ha gestito più di 40.000 richieste da parte dei cittadini – e ha creato un’apposita sezione sul proprio sito internet chiamata “Conosci i tuoi diritti”, oltre ad aver predisposto un canale su Youtube, una pagina su Facebook, un account su Twitter”.

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