Non si placa il duello a distanza tra il presidente di Telefonica Cesar Alierta ed il numero uno di Findim Marco Fossati. Gli interessi di Telefonica e di Findim su Telecom Italia ”non sono convergenti come non sono convergenti le rispettive proposte per il futuro del gruppo”, ha affermato Fossati in una intervista apparsa oggi sul Sole 24 Ore.
Secondo Fossati, la cui Findim possiede una quota del 5% di Telecom Italia, mentre ”noi proponiamo la public company e una strategia che sia nell’interesse di tutti gli azionisti, gli spagnoli temo, invece, curino solo i propri interessi”.
Le prove di questa accusa, secondo Fossati sono evidenti: ”lo dimostrano i primi passi, fatti in gran fretta: la svendita dell’Argentina e il convertendo”.
Il finanziere smentisce in tal modo Alierta che, sempre in un’intervista al Sole 24 Ore aveva affermato che sia lui che Fosati avevano ”gli stessi obiettivi”, ossia ”accrescere il valore del gruppo”.
Il capo di Findim aggiunge che una cosa ”vera” su Telecom Alierta l’ha detta e cioè che ”resterà italiana” ma ”dopo aver sistemato le partite sudamericane” e a quel punto bisognerà vedere ”in che condizioni sarà Telecom”.
Nell’intervista al quotidiano finanziario Fossati conferma quanto detto da Alierta, e cioè che nel maggio del 2008 portò il presidente di Telefonica ”dall’allora premier Berlusconi per discutere la fusione” tra le due società. Le condizioni rispetto ad oggi erano diverse, spiega Fossati, con Telecom ”che allora valeva 1,8 euro per azione e Telefonica non aveva ancora il 100% di Vivo e il debito di oggi”.
Ma il progetto ”non si è concretizzato” ed ora con ”poca spesa Telefonica è riuscita a consolidare la propria posizione in Telecom”. Intanto, “Telecom Argentina è ormai persa” mentre la società ”era un tassello importante per creare valore”.