In Francia la chiamano “fracture numerique”, ovvero digital
divide: mentre nelle città si pensa all’implementazione
capillare della fibra ottica, nelle campagne in alcuni casi si
naviga ancora sotto i 512 kilobyte. “Internet veloce ancora non
raggiunge una fascia della popolazione minoritaria, ma che non va
dimenticata”, ha sottolineato Michel Mercier, ministro dello
Spazio rurale e Sviluppo del territorio. Per questo Mercier,
insieme al segretario di Stato francese all’Economia digitale,
Nathalie Kosciusko-Morizet, ha selezionato 34 progetti presentati
dalle comunità locali per portare la banda larga nelle loro
regioni e che verranno finanziati con 30 milioni di euro.
Il sovvenzionamento proviene dal Feasr, il Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale. “Sono progetti per portare la banda larga
nelle campagne che non si scontrano con quelli concentrati sulla
fibra ottica”, ha tenuto a sottolineare la Kosciusko-Morizet,
come riporta La Tribune.
I ministri non hanno indicato una data per la quale prevedono di
colmare finalmente la “fracture numerique”, ma hanno affermato
che lo sblocco dei fondi europei, unito alle iniziative per
diffondere Internet via satellite e altre tecnologie alternative
con il sostegno del “grande prestito”, permetterà di centrare
l’obiettivo.
Alcune comunità rurali, però, per essere sicure di avere presto
la banda larga, hanno chiesto che il broadband sia integrato negli
obblighi di France Telecom come fornitore del servizio universale
di telefonia. La Kosciusko-Morizet ha risposto per ora che si
tratta di una proposta cui non viene data priorità; al contrario,
è possibile che il governo metta all’ordine del giorno
un’altra idea: una tariffa “sociale” per l’abbonamento al
triple play (telefono, tv, Internet).