CONSIGLIO UE

Frequenze 700Mhz, due anni in più per “liberarle” dalle Tv

Lo switch potrà chiudersi nel 2022 a certe condizioni: monitoraggio costante per gli Stati che vogliono più tempo. Fissate le date per il coordinamento e la road map. I ministri europei pronti ad adottare giovedì prossimo il nuovo calendario

Pubblicato il 24 Mag 2016

R.C.

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Banda 700Mhz, due anni di margine in più a disposizione dei paesi europei per concludere l’assegnazione alle Tlc mobili: dal 2020 al 2022 a patto che il rinvio sia “debitamente giustificato”. Ancora: coordinamento fra Stati di rigore entro dicembre 2017. Presentazione del piano nazionale e tabella di marcia entro giugno 2018. Possibilità di affitto delle licenze d’uso a patto che forniscano servizi di comunicazione elettronica a banda larga wireless. Sono questi i punti fermi dell’accordo fra ministri Tlc europei – l’Italia fra i più convinti sostenitori di uno slittamento di date – contenuto nella proposta che sarà approvata giovedì prossimo 26 maggio dal consiglio dei ministri dei Trasporti, Tlc e Energia.

Una mossa che avvicina di fatto l’approvazione della complicata partita da parte del Parlamento europeo, prevista per l’autunno. Si tratta della riforma del radio spettro chiesta dall’Europa per allocare le “pregiate” frequenze della 700Mhz alla banda larga mobile così da rispondere alle nuove esigenze tecnologiche ed economiche. Una grande manovra che comporta la liberazione della fascia frequenziale da parte delle emittenti che di fatto la “occupano”: operazione complicata tanto più per l’Italia, dove la banda 700Mhz è in mano a broadcaster, in particolare Mediaset, che, grazie a scelte politiche passate, ne detengono i diritti fino al 2032.

A fronte dell’Italia che chiedeva uno slittamento, Francia e Germania si sono mosse con largo anticipo: i rispettivi governi hanno realizzato le aste delle frequenze contenute nella banda 700Mhz. In particolare la Francia ha già pianificato lo spengimento delle trasmissioni Tv nelle diverse aree territoriali a cominciare proprio dalle regioni confinanti – dunque interferenti – con l’Italia: un altro nodo da affrontare.

Secondo la proposta dei ministri gli Stati avranno due anni in più per spengere il segnale Tv sulla banda 700Mhz. A fronte però di alcuni punti fissi: motivazioni debitamente documentate e monitoraggio costante da parte della Ue. In altre parole se un Paese chiede lo slittamento diventerà “sorvegliato speciale”. Fra i motivi per chiedere il rinvio, mancato coordinamento con i Paesi confinanti, problemi di interferenze, la necessità di adottare tecnologie nuove per la trasmissione Tv in presenza però di una vasta platea di spettatori, costi della transizione superiori alla previsione di incassi generati dalle aste.

Il tutto dovrà seguire una rigida road map che prevede entro dicembre 2017 la chiusura del coordinamento con i paesi Ue confinanti ed entro giugno 2018 l’adozione e pubblicazione del piano nazionale oltre alla “national roadmap” per adempiere gli obblighi previsti dall’operazione.

Inoltre, come previsto, è riservata alle emittenti la banda sub700Mhz fino al 2030, ma previa revisione dell’intera banda Uhf nel 20125.

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