SPETTRO RADIO

Frequenze, beauty contest, spuntano le prime ipotesi

Un’asta per la concessione d’uso dei canali tv fino al 2017 fra le possibilità allo studio del ministero dello Sviluppo. Che dovrà però mediare con le nuove richieste dell’Europa

Pubblicato il 23 Feb 2012

Per ora si sa soltanto che sul tema frequenze Silvio Berlusconi rimane sulle proprie posizioni. Anche se, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con Mario Monti, avrebbe garantito – secondo i boatos del Transatlantico – che "non ci saranno forzature". Ma rispetto a cosa? In realtà il fronte frequenze sta facendosi via via più bollente di fronte alle novità messe in campo dalla conferenza di Ginevra e dall’Europarlamento. Nonché dal conto alla rovescia su beauty contest, switch off, liberazione delle frequenze da parte delle emittenti locali. Una gigantesca gatta da pelare per il ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera, messo sotto pressione da molteplici settori: premono i broadcaster, in testa Mediaset e il suo titolare Berlusconi, per chiudere prima possibile la partita del beauty contest con una rapida "consegna" dei multiplex garantiti dal precedente governo, preme l’Europa che chiede a gran voce a tutti gli Stati di rivedere le politiche per lo spettro radio in vista di un maggiore coinvolgimento degli operatori di Tlc. E premono, non ultime, le stesse Tlc italiane che aspettano di poter finalmente disporre delle porzioni di spettro acquisite a caro prezzo con l’asta Lte di settembre. Ma ancora occupate dalle tv locali (cui dovrebbero andare a risarcimento, secondo i calcoli del governo Monti, 174 milioni di euro).

Una partita imbrogliatissima che il governo sta ancora studiando nel tentativo di non scontentare i vari protagonisti in campo. È in questa congiuntura che sta prendendo forma, secondo indiscrezioni, l’ipotesi elaborata dal dipartimento Comunicazioni del ministero di una gara su base onerosa delle frequenze del beauty contest per quattro anni (fino al 2017): alla scadenza del termine, sarebbe prevista una nuova transazione economica con lo Stato per la restituzione delle frequenze ormai "scadute". Ma la partita è ancora aperta e per niente scontata.

Come ha spiegato Antonio Sassano, ingegnere esperto di frequenze, "non ha senso mettere a gara ora delle frequenze che, secondo l’Agenda digitale dell’Europa, le televisioni sono destinate a perdere, perché serviranno a garantire una connessione a banda larga a tutti”. La soluzione prospettata da Sassano al convegno "The Tv Universe 2012, Politics and future business" organizzato da Business International, in grado di riportare l’Italia al centro delle politiche europee dello spettro radio, prevede un "fermo macchine" di beauty contest e switch off per elaborare, entro i termini previsti da Ginevra, un nuovo Piano frequenze da coordinare con l’Itu, e una ripianificazione in grado di migliorare la copertura della Rai, aumentare le risorse per le emittenti locali, risolvere i problemi con Telecom Italia e Europa 7. E infine per creare una riserva di frequenze da mettere all’asta per operatori di rete puri oppure da tenere libere per facilitare la transizione.

Mediaset in realtà sembra intenzionata a mettere al più presto le mani sui canali del beauty contest, come ha ribadito oggi al convegno romano il consigliere di amministrazione Gina Nieri. Ma c’è un’altra polveriera su cui è seduta la tv del biscione: i canali su cui si appoggerà in Sicilia una volta che sarà avvenuto lo switch off non sono stati coordinati a Ginevra e nemmeno con gli Stati confinanti: e rischiano di essere rivendicati dai Paesi africani cui i trattati internazionali li assegnano.

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