“Le proroghe sono un male quando ridanno ai soliti gestori le frequenze impedendo l’ingresso di nuovi operatori”. Alberto Calcagno, numero uno di Fastweb dalle colonne del Sole 24Ore ha deciso di fare chiarezza e sgombrare il campo dagli equivoci a seguito dei ricorsi da parte dei competitor in merito al “pacchetto” di risorse Aria (40 MHz nella banda 3,5 GHz) acquisito nell’ambito dell’operazione Tiscali.
E lo fa all’indomani del parere Antitrust che a sua volta fa luce sulle future proroghe dei diritti d’uso delle frequenze di Tlc: l’Antitrust auspica l’introduzione di “vincoli più stringenti” ritenendo “opportuno che gli oneri economici previsti per il rinnovo siano definiti con proporzionalità rispetto al valore e alle caratteristiche attribuiti agli stessi, specialmente con riferimento al caso in cui tale valore sia desumibile da procedure competitive di risorse comparabili” ma allo stesso sottolinea la necessità di tenere conto di obiettivi specifici “come ad esempio il mantenimento del supporto di una determinata tecnologia, il recupero degli investimenti o la permanenza di determinati servizi” facendo riferimento alla necessità di dare un adeguato orizzonte agli operatori del Wimax per consentire loro di recuperare il ciclo di investimenti per la transizione alla tecnologia Lte”.
Nel 2021 sono ad esempio in scadenza le proroghe per i 2100 GHZ del 3G e 4G. E i riflettori sono puntati sulla proroga dei diritti d’uso delle frequenze in banda 900 MHz concessa lo scorso anno a Telecom Italia e Vodafone, diritti originalmenterilasciati nel 1995 che a seguito delle proroghe scadranno il 31 dicembre 2029, dopo 35 anni (tanto per fare un termine di paragone le frequenze 3,4-3,6 GHz sono state rinnovate per 6 anni e mezzo).
È quando le proroghe hanno ad oggetto “risorse scarse, come ad esempio le frequenze con banda inferiore a 1 GHz, che hanno proprietà di propagazione tali da essere essenziali per la copertura di rete di un operatore nazionale” a creare un tema anticoncorrenziale”, puntualizza l’Antitrust nel parere.
Nel mettere dunque a tacere le voci di “madrakate” da parte di Fastweb – “rifiuto questa vistone”, sottolinea il manager – Calcagno sottolinea che “le frequenze acquisite da Tiscali ci permetteranno risultati e grandi risparmi”, evidenzia il ceo puntualizzando che le risorse in questione fanno il paio con quelle acquisite nell’asta 5G. Il manager ci tiene inoltre a puntualizzare che le proroghe riguardano anche le altre telco: “I competitor hanno avuto una proroga delle frequenze per il 3G e il 4G senza asta. E c’è un aspetto che sfugge: noi ci abbiamo lavorato per tempo, non è la prima volta che cogliamo il trend di mercato prima degli altri. Siamo stati più veloci”.
In riferimento al parere Antitrust Calcagno puntualizza che “è lo stesso parere che Agcm aveva espresso in occasione delle proroghe ai grandi player per le frequenze 800-1800 lo scorso anno. Con la differenza che in questo caso la scelta di Agcom e Mise ha consentito l’ingresso di nuovi operatori nel 5G che stimoleranno il mercato e accelereranno lo sviluppo della nuova rete perché non hanno vecchi investimenti da proteggere”.
Riguardo al progetto di newco delle reti Tim-Open Fiber a cui sta lavorando il governo Calgagno puntualizza che Fastweb “va avanti sulla propria strada” ma sottolinea che “la competizione non deve venire meno. È condizione imprescindibile per l’evoluzione tecnologica. Non è dagli incumbent che possono arrivare idee tali da stravolgere il mercato”.
Intanto si è tenuto oggi al Mise il tavolo di crisi sulla cessione del ramo d’azienda da parte di Tiscali a Fastweb, a cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle due aziende. Attraverso la mediazione del ministero – l’incontro è stato coordinato dal consigliere Marco Bellezza – e il confronto con i sindacati, le due aziende si sono impegnate a salvaguardare tutti i lavoratori. Nel corso della riunione, Tiscali ha condiviso con Mise e sindacati le linee generali del nuovo Piano industriale.