“Il rapporto Lamy segna un passaggio positivo per il futuro del settore televisivo e l’uso efficiente dello spettro, risorsa scarsa e pertanto preziosa”: lo dice il presidente di Confindustria RadioTv commentando il piano presentato ieri alla Commissione Ue: “Vengono infatti finalmente affermati il valore e la rilevanza del digitale terrestre affinché continui a svolgere il proprio ruolo di motore nell’intera filiera, a tutela dell’identità culturale europea e della fruibilità di contenuti di qualità, anche gratuiti, da parte dei consumatori”.
“La formula 2020-2030-2025 permette ora alla Commissione Ue di adottare un approccio industriale bilanciato e progressivo per lo sviluppo sia della tv che della banda larga mobile attraverso il monitoraggio dell’evoluzione tecnologica (soprattutto gli standard Dvb-T2 con codifica HEVC) e dei riflessi sui bisogni e le preferenze dei consumatori” dice Confindustria RadioTv.
In particolare viene sottolineata la flessibilità di 2 anni introdotta rispetto alla scadenza del 2020. Un margine importante per gli Stati che registrano percentuali particolarmente significative di diffusione del digitale terrestre, come accade in Italia: l’80%: “consente di creare un percorso condiviso tra decisori politici, Autorità e operatori – dice De Laurentiis – per l’introduzione ragionata e graduale delle migliori tecnologie, a vantaggio dei cittadini e del settore industriale”.
Meno favorevoli le Tlc. Vodafone e Telefonica hanno fatto sapere che l’Europa potrebbe trovarsi in forte ritardo se aspetterà fino al 2020 per assegnare nuove licenze per lo spettro mobile, come proposto da Pascal Lamy, e potrebbe peggiorare il suo divario rispetto a Nord America e Asia, già molto più avanzate nello sviluppo dei servizi dati.