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Frequenze: Dvb-T2, deus ex machina per il beauty contest

Allo studio del ministero di Corrado Passera un secondo “switch off” al nuovo standard di compressione che moltiplica la capacità trasmissiva

Pubblicato il 13 Mar 2012

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Imprimete nella memoria questo nome: "Dvb-T2". Lo troverete sempre più spesso, nel corso delle prossime settimane, insieme ad altri elementi che potrebbero dare un nuovo scossone al panorama delle Tlc e della Tv italiana. È il Dvb-T2 la carta su cui il governo Monti sta costruendo un’alternativa al beauty contest digeribile per tutti i protagonisti in campo, Mediaset compresa. E Dvb-T2 è anche, soprattutto, la parola magica che potrebbe convincere l’Europa a sospendere la procedura d’infrazione per scongiurare la quale era stato congegnato l’ormai famoso "concorso di bellezza". Lasciando così libero il ministero di Corrado Passera di avviare una serie di riforme dell’etere italiano.

Messa da parte l’ipotesi di "gara low cost", gli ingegneri al lavoro per il ministero dello Sviluppo starebbero lavorando ora su un doppio fronte: da un lato gara delle frequenze Tv "a tempo", fino al 2017-2018, quando cioè la banda a 700 Mhz potrà essere utilizzata per la banda larga mobile così come chiede l’Itu e il Parlamento europeo. Dall’altro la preparazione all’introduzione del Dvb-T2 su larga scala.

Il Dvb-T2 è un nuovo standard di compressione, più “robusto” alle interferenze rispetto al Dvb-T attualmente in uso, che consente di trasmettere 12-14 canali là dove ora ne vengono trasmessi 6, o di moltiplicare per 4 le frequenze. Dunque un fattore moltiplicativo della capacità di trasmissione che potrebbe assicurare la fame di frequenze delle emittenti italiane, nazionali e locali. Il Regno Unito lo adotta già da tempo. In Italia lo utilizza Europa 7 e anche la Rai ha annunciato in questi giorni l’attivazione di un canale sperimentale in Dvb-T2 da Padova.

L’adozione "di massa" del nuovo standard potrebbe creare nuove prospettive per la banda larga mobile: sia pure dal 2017. Rimarrebbero cinque anni di tempo. Necessari per adeguare gli impianti, favorire la diffusione di nuovi apparecchi Tv abilitati al nuovo standard, e creare le condizioni per un secondo "switch off".

Il fronte rimane caldo sul versante politico. "Il ministro Passera rispetti la scadenza data e ci dica entro il 20 aprile se è pronto a lanciare l’asta competitiva per le frequenze tv del passaggio al digitale", è l’appello del dipartimento Informazione del Partito Democratico, sostenuto dal senatore Vincenzo Vita, da Giuseppe Giulietti di Articolo21 e da Roberto Rao (Udc), insieme con alcuni rappresentanti delle 250 tv locali a rischio chiusura. "Non vogliamo pensare – ha aggiunto Vita – che la questione delle frequenze come quella della Rai sia sottratta al dibattito perché ritenuta un tabù. Chiediamo inoltre al ministro che venga rinverdito il tema del 30% delle frequenze da assegnare alle tv comunitarie", pronti anche a coinvolgere i cittadini in manifestazioni pubbliche a sostegno del tema.

Giulia Innocenzi, giornalista di Servizio pubblico, ha ricordato che sono state già raccolte oltre 140mila firme per chiedere al Governo di indire l’asta sulle frequenze tv ed ha precisato che "l’asta non andrà deserta, insieme a noi ci sono oltre 50mila cittadini pronti a partecipare all’asta".

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