Operatori francesi sul piede di guerra sul terreno del 4G. Pomo della discordia la richiesta avanzata all’Arcep, l’Agcom transalpina, da parte Bouygues Telecom, terzo player del paese, di destinare al 4G le sue frequenze a 1800 Mhz. Frequenze che finora sono state riservate al 2G e 3G. La richiesta di Bouygues ha mandato su tutte le furie gli altri player dell’arena mobile francese – Sfr, Free e Orange – che tacciano come anti concorrenziale la mossa di Bouygues.
Il dossier sarà discusso dal consiglio dell’Arcep venerdì 7 febbraio, e il responso non passerà inosservato. Lo scrive Le Monde, aggiungendo che questa autorizzazione, in apparenza meramente tecnica, di fatto darebbe un chiaro vantaggio competitivo a Bouygues Telecom, che con il refarming delle freqeunze a 1800 Mhz potrebbe partire in anticipo con i servizi 4G.
Tutti gli operatori francesi dispongono di frequenze a 1800 Mhz, utilizzate per il traffico 2G e 3G, ma soltanto Bouygues dispone di spettro radio libero sufficiente per avviare l’Lte.
In questo periodo, poi, i maggiori operatori, che sono Orange e Sfr, stanno partendo con la copertura Lte ma soltanto in alcune grandi città (Marsiglia, Lione, Montpellier, il quartiere della Défense a Parigi).
Di fatto, le licenze Lte assegnate in Francia ai quattro operatori nel novembre del 2011 sulle frequenze a 800 Mhz e 2,6 Ghz non sono ancora operative, perché gli operatori devono ancora costruire le antenne necessarie.
Sfruttare le frequenze a 1800 Mhz per l’Lte consentirebbe a Bouygues Telecom di partire con l’Lte in poche settimane: basterebbe riparametrare le antenne esistenti.
“Sarebbe un golpe contro l’uguaglianza davanti alla legge”, attacca Sfr, secondo cui “Bouygues Telecom non ha praticamente investito nel 4G, e adesso vuole ottenere questo enorme regalo? E noi che abbiamo speso un miliardo di euro per acquistare le licenze 4G? Abbiamo pagato in due tranche, fra dicembre 2011 e gennaio 2012!”, attacca la direzione di Sfr.
Sfr e Orange hanno detto chiaro e tondo che si rivolgeranno al Consiglio di Stato, in caso di assegnazione delle frequenze a 1800 Mhz a Bouygues Telecom. Che, dal canto suo, ha fatto sapere che in caso di mancata assegnazione delle frequenze sarà costretta a licenziare 5mila dipendenti.
L’assegnazione delle bande a 1800 Mhz al 4G non sarebbe gratis. Il prezzo, secondo fonti vicine agli operatori, costerebbe quanto le frequenze a 2,6 Ghz assegnate in sede di asta.
Bouygues, che all’inizio del 2011 è stato costretto a ricapitalizzare l’azienda per 700 milioni di euro, è l’operatore che ha sofferto di più l’arrivo dirompente sul mercato di Free, l’operatore low cost sbarcato in Francia l’anno scorso. Secondo i suoi concorrenti, Bouygues non avrebbe i mezzi per realizzare una nuova rete mobile.
La patata bollente è sul tavolo dell’Arcep, che l’anno scorso è stata accusata da più parti di aver favorito Free.
C’è da dire che nel Regno Unito, la settimana scorsa, l’Ofcom, l’Agcom inglese, ha avviato una consultazione pubblica per la liberalizzazione di tutte le licenze già assegnate sulla banda a 900 Mhz, 1800 Mhz e 2100 Mhz. Un altro obiettivo dell’Ofcom è quello di consentire la trasmissione del 4G attraverso le stazioni base Umts attive in banda a 900 Mhz, aumentando la potenza di trasmissione degli impianti. In altre parole, se la consultazione andrà a buon fine, gli operatori che detengono licenze Umts e Gsm potranno trasmettere l’Lte anche sulle frequenze che ad oggi sono riservate alle vecchie tecnologie mobili 2G e 3G.
Secondo alcuni esperti, l’iniziativa dell’Ofcom, apprezzabile nel merito perché libera freqeunze in ottica di potenziamento dell’Lte, sembra una sorta di risarcimento nei confronti dell’alzata di scudi nei confronti dell’Autority degli operatori mobili Vodafone, O2 e 3 Uk, che prima dell’asta Lte, attualmente in corso nel Regno Unito, avevano pesantemente contestato il via libera concesso all’operatore EE (Everything Everywhere) di partire in anticipo (già a ottobre 2012) con il roll out dell’Lte dopo il refarming delle frequenze a 1800 Mhz.