Nessuna sospensione, resta confermato il decreto con il quale il ministero dello Sviluppo economico ha stabilito le misure compensative per il rilascio volontario delle frequenze tv che utilizzeranno gli operatori di telefonia per i servizi a banda larga. Lo ha deciso la I sezione del Tar del Lazio, presieduta da Roberto Politi, che ha respinto le richieste formulate dalla società Triveneta e Microwave-Network.
Il decreto contestato, di cui si chiedeva la sospensione, è quello che detta le modalità e le misure compensative per la liberazione delle frequenze in banda Uhf, il cui diritto d’uso è stato ceduto a Tim, Vodafone e Wind per quasi tre miliardi di euro. Le misure compensative per il rilascio delle frequenze sono state indicate in 174,6 milioni di euro per 64 frequenze; l’importo sarà ripartito per ogni regione già digitalizzata fino al dicembre 2010. Il Tar, nel respingere le richieste delle ricorrenti, ha considerato che "le censure svolte non sembrano, complessivamente, assistite da sufficienti profili di fumus boni juris" (ovvero, il buon fondamento giuridico). Non solo: i giudici hanno anche considerato che "nel bilanciamento degli interessi coinvolti nella vicenda in esame, l’interesse agitato dalla ricorrente non si profila prevalente rispetto agli altri interessi presenti, avendo particolarmente riguardo alla circostanza che l’interesse nazionale alla sollecita liberazione e assegnazione delle frequenze è stato ritenuto preminente dallo stesso legislatore".